Di Redazione
Amareggiato, Nikola Grbic ormai ex allenatore della Calzedonia Verona, ai microfoni de “L’Arena“, commenta così il ben servito ricevuto dalla società scaligera (che ha messo sotto contratto Radostin Stoytchev), nonostante fosse legato per un altro anno alla BluVolley.
Non te lo aspettavi? “No. È stata una doccia fredda. Fino al 7 maggio si discuteva sulla squadra del prossimo anno considerato anche il budget a disposizione. Mi parlavano di una forte riduzione per problemi economici e che ci sarebbe stato un ridimensionamento. Ma la mia guida tecnica non è mai stata messa in discussione. Non se n’è mai parlato fino a quando mi hanno detto che non saremmo più andati avanti”.
Cosa successo? “Lo verrò a sapere nel tempo. Ho sentito alcune cose ma non conosco ancora i dettagli. E poi, a dire il vero, non so nemmeno se è importante saperlo adesso. Stare in una società dove non ti vogliono più non fa parte del mio stile”.
Ma ci sei rimasto molto male… “Si, molto. L’ho saputo il 7 maggio quando i giochi erano chiusi. Avevo avuto delle chiamate da società anche molto forti ma ho detto no perché ero sotto contratto”.
Chi ti aveva chiamato? “Adesso non ha importanza. Magari non sarebbe successo nulla, ma non ho nemmeno iniziato a parlarne e nemmeno considerato di farlo una volta finita la stagione perché avevo un altro anno di contratto. Farò tesoro di questa esperienza. Ad essere corretti ci si rimette e basta”.
Potessi tornare indietro cosa cambieresti per esempio. “Ma avessi anche fatto le cose in modo diverso, magari il risultato sarebbe stato uguale. Chi lo sa. Si è parlato per esempio di Boyer e delle sue serate. Lo sapevamo tutti che sarebbe stato un ragazzo impegnativo. Ha 22 anni, gli ho pure detto di essere furbo, di uscire solo quando avrebbe avuto il giorno libero. Ma alla fine la cosa che conta è come giochi, perché è per quello che sei pagato. Altrimenti un giocatore come Ngapeth sarebbe stato mandato via subito da Modena”.
Ma c’entra solo la questione Boyer o c’è dell’altro? “Boyer è stato un pretesto. E se il pretesto è che abbiamo perso con Milano e Padova, non ha giocato male solo Boyer, tutti hanno giocato male. Tutta la squadra. Kaziyski, Solè, tutti quanti. Poi magari quando ci sarà la presentazione di Stoytchev si capirà qualcosa di più. Ma ripeto, secondo me non riguarda solo la conduzione tecnica. Anche perché, altrimenti, Frigoni, che ha molta più esperienza di me come allenatore e come persona, mi avrebbe parlato. Se ci fossero state pecche di qualche tipo sicuramente me le avrebbe fatte notare, mi avrebbe dato dei segnali”.
A inizio stagione l’obiettivo non era quello di arrivare sesti o addirittura settimi? “C’è un dettaglio che viene trascurato. L’anno scorso il giocatore di punta e che avevano pagato di più, Djuric, l’unico campione, quello che doveva fare la differenza, non ha mai giocato per infortunio. E abbiamo sempre usato Stern, che costava 40mila euro e siamo arrivati in semifinale CEV Cup persa per due palloni. E quest’anno uguale. Il giocatore più forte della squadra, Jaeschke, non ha mai visto il campo. Non ho avuto la squadra nemmeno quest’anno che era stata progettata in estate. E se non fosse arrivato Kaziyski, che ci ha fatto cambiare passo, non so nemmeno se saremmo andati ai play off. Comunque, sono tutti discorsi che ora valgono quel che valgono. Quello che posso dire adesso è che a Verona mi sono trovato benissimo, ho trovato delle persone stupende, che mi porterò con me. E che ringrazio. Abbraccio la tifoseria, bellissima e sempre vicina alla squadra, nel bene e nel male. Ora vado avanti per la mia strada e spero di trovare una società con la quale essere sulla stessa frequenza d’onda. E dove ci sarà la trasparenza per dirci come stanno veramente le cose, dall’inizio alla fine. Per me è molto importante“.