Di Redazione
Un anno in Romania, con l’obiettivo del ritorno in azzurro. E’ questa la strada intrapresa da Noemi Signorile, palleggiatrice classe ’90 in forza in questa stagione ai romeni del CSM Bucuresti. Dopo tanti anni ad altissimo livello nel campionato italiano, culminati con l’esperienza a Busto Arsizio, Signorile ha deciso per la prima volta di confrontarsi con un campionato estero, ma dal grande fascino, accettando l’offerta di una delle squadre più forti di Romania. Ai nostri microfoni ci ha raccontato com’è andata, senza però dimenticare il campionato italiano e… i suoi progetti futuri!
Com’è terminata quest’annata in Romania?
“E’ stata un’esperienza positiva e utile. Sono contenta, è andata molto bene, grazia alla vittoria di Campionato e Coppa”.
Facciamo un passo indietro. Ti è dispiaciuto che nessuna squadra italiana, conclusa l’esperienza a Busto, sia riuscita ad aggiudicarsi il tuo cartellino, favorendo così un trasferimento all’estero?
“In realtà un’esperienza all’estero l’avevo messa in conto, avevo voglia di provare. Certo, il campionato italiano mi è mancato, avendoci giocato per così tanti anni. Ma la realtà è che adesso sono felice”.
E’ presente in te una sensazione di rivincita?
“No, rivincita no. Sento solo di aver fatto una buona stagione, ed aver contribuito a raggiungere tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati”.
Secondo la tua opinione, come mai all’estero c’è così tanta abbondanza del “prodotto” italiano dal punto di vista pallavolistico, tra allenatori e giocatori?
“Perchè in Italia lavoriamo molto bene. Tutti quelli che provengono dall’Italia, all’estero vengono visti con un altro occhio: nel nostro paese c’è tanta qualità”.
Dal punto di vista delle strutture, regge il paragone tra l’Italia e l’estero?
“A parte qualche struttura, quest’anno in Romania ho trovato pochissimi palazzetti degni di quelli italiani. In Romania poi la pallavolo non è molto seguita, perchè lo sport nazionale è la pallamano. Quasi mai quest’anno ho visto il palazzetto pieno”
Nonostante la lontananza, hai seguito questa stagione di Samsung Galaxy Volley Cup?
“Sì, ho sempre visto le partite. E’ stata una stagione particolare, con Conegliano dominatrice per buona parte del campionato, ma poi “ripresa” da Novara sul finale di stagione. I playoff Scudetto, invece, me li aspettavo un po’ più combattuti, ma la grinta di Conegliano alla fine ha prevalso”.
Parliamo di te adesso. Progetti per la prossima stagione? Italia o ancora estero?
“In questo momento onestamente non so ancora, sto facendo delle valutazioni. Devo capire quale potrebbe essere la strada migliore per me, ma ad oggi non mi sento di escludere niente”.
Una chiamata da un club italiano, comunque, sappiamo che c’è stata…
“Sì, ho ricevuto delle proposte… (ride, ndr)”.
In Italia finalmente, con la fine della crisi economica, stanno tornando le giocatrici straniere migliori..
“Il livello del campionato e tutto il “contorno” extra campo, in Italia, sono imbattibili. Questa è una delle motivazioni principali per cui gli stranieri vengono da noi”.
Sta iniziando proprio in queste settimane l’avventura della Nazionale, in vista dei Mondiali in Giappone. Quanto ti manca la maglia azzurra?
“Mi manca molto. L’ho indossata per tanti anni, e confido di poterla ritrovare presto”.
Nel volley italiano manca ancora il concetto di “professionismo”: a tal proposito, cosa farà Noemi Signorile quando deciderà di smettere di giocare a pallavolo?
“Sinceramente non lo so, ci ho pensato tante volte. Mi piacerebbe rimanere nell’ambito sportivo, anche se sto portando avanti parallelamente gli studi universitari”.
Pensi che ci vorrebbe una maggiore tutela nei confronti dei giocatori di pallavolo, che sono impegnati per tantissimo tempo durante l’anno?
“Secondo me sì: in fin dei conti, come qualsiasi lavoratore “normale”, siamo impegnati sempre. Giocare a pallavolo è il nostro lavoro”.