Purtroppo, è successo ancora. Una sorta di replica di quanto già avvenuto in Sicilia, dei fatti che hanno portato ai procedimenti nei confronti di Paolo Bitto e Antonio Lotronto, è andata in scena anche in Emilia Romagna, precisamente nel Comitato Provinciale di Reggio Emilia.
Una nuova condanna, che questa volta ha portato alla sospensione da ogni attività federale per 6 mesi dell’ex presidente del Comitato, Marina Iotti, con 5 mesi per Ivan Carbognani, e 3 “soli” mesi a Marco Guidetti, Ottorino Pedroni e Paolo Perrotta.
Una situazione ancora una volta risolta in maniera poco chiara da parte della Giustizia Federale, in merito a una vicenda che affonda le proprie radici a settembre, quando il Comitato Territoriale di Reggio Emilia era già stato scosso da una bufera che aveva investito il neopresidente Fabio Sirotti: la conseguenza si era allora tradotta nelle dimissioni di 4 consiglieri, tra cui appunto Marina Iotti e Ottorino Pedroni. L’accusa mossa a Sirotti era quella di una gestione fortemente accentrata nelle sue mani, a cui si accompagnava una conduzione personalizzata degli arbitri: Secondo il regolamento, le dimissioni di una parte del Consiglio avrebbero dovuto portare, entro 60 giorni, all’assemblea valida per le elezioni.
Una elezione che tuttavia non si è mai tenuta, con un continuo ricorso a delle proroghe in merito.
La mancanza di una data ritenuta valida all’interno dei 60 giorni non ha tuttavia impedito al Tribunale Federale di sospendere i “dissidenti”, con il dispositivo che ha sancito i “tagli” datato 31 gennaio. Un’azione decisa, che sembra aver “casualmente” smosso anche la situazione delle elezioni nel giro di un solo giorno: infatti, è datata 2 febbraio la convocazione della nuova assemblea elettiva, un appuntamento che si terrà di fatto il prossimo 25 febbraio.
E’ una situazione ambigua, rimasta congelata per due mesi nonostante il regolamento prevedesse un intervento entro 60 giorni, che si è smossa in pochi giorni dopo 5 mesi appena avvenuta la cacciata dei “condannati”…
La vicenda assume, quindi, contorni poco chiari, anche in virtù del peso assunto nella stessa questione dal Vicepresidente della Fipav, Manfredi, che avrebbe pure incontrato i presidenti dei comitati territoriali limitrofi. In un certo senso viene da chiedersi anche se sia corretto che un procedimento arrivato principalmente per un affare di documenti e firme non debba vedere coinvolto anche il presidente Sirotti che, nonostante il suo ruolo di responsabile ultimo, preposto alla verifica e al controllo dei suoi uffici, ne è, invece, uscito indenne. Una sorta di paradosso, che, comunque, non giustifica le carenze di forma di cui sarebbero responsabili la Iotti e gli altri.
Certo, ora in Emilia suona un’altra musica rispetto a quando, in occasione dell’insediamento del nuovo consiglio provinciale della Fipav, alla Gazzetta di Reggio il presidente Sirotti dichiarava: “Al momento la stagione prosegue nel segno della continuità con le scelte effettuate dalla precedente amministrazione Fipav”, una dichiarazione d’intenti confermata anche dal ruolo di segretaria ricoperto dalla stessa Marina Iotti (la più votata con 1560 preferenze), presidente uscente della FederVolley reggiana, con il campionissimo Luca Cantagalli allora nominato Vicepresidente.
Quello che sta avvenendo a Reggio Emilia ricorda quanto già successo in Sicilia, con il Vicepresidente Manfredi incaricato di portare a termine il commissariamento del Comitato. Verrebbe da domandarsi se e quanto, magari, la sua figura abbia inciso anche in questa vicenda… certo, questi, che si aggiungono a quelli di Di Camillo, Lotronto, Bitto, Marzari per fare alcuni esempi, sono solo una parte dei nomi colpiti dal “trend” confermato dal Consiglio Federale, che al confronto e al dialogo sta preferendo una sorta di repressione e giurisprudenza “selettiva”.
(Nella foto: il presidente della Fipav, Bruno Cattaneo, premia a gennaio le società “certificate” della provincia di Reggio Emilia)