Di Redazione
Reduce dalla vittoria del torneo di qualificazione olimpica di Bari con la Nazionale di Blengini, Oleg Antonov giovedì scorso, a sorpresa, è arrivato in Ghirada per salutare lo staff orogranata che l’ha cresciuto nelle tante stagioni di settore giovanile targato Sisley.
Anni nei quali ha collezionato tantissimi titoli: uno scudetto under 16 nel 2004, uno under 18 nel 2005 e ben tre tricolori nella categoria under 20 (2005, 2006, 2008). Un palmarès che ne fa uno degli atleti più vincenti di Volley Treviso nelle categorie giovanili.
L’esordio in prima squadra nel 2008/09, poi il passaggio a Mantova, a Genova e infine il ritorno alla Sisley nell’ultima stagione in serie A giocata a Belluno, nel 2011/12. Da lì in poi Oleg ha girato l’Italia e l’Europa, arrivando al Galatasaray dove, dopo l’Europeo, giocherà la sua seconda stagione. Presenza fissa in Nazionale negli ultimi anni, ha in bacheca una medaglia d’argento alla World Cup 2015, un bronzo agli Europei 2015, l’argento alle Olimpiadi di Rio 2016 e un argento alla Grand Champions Cup 2017.
Uno dei più bei momenti in Nazionale fino a questo momento l’ha vissuto proprio qualche settimana fa nel torneo di qualificazione olimpica a Bari. Schierato titolare nella gara decisiva contro la Serbia, Oleg ha sfoderato, insieme al resto della squadra, una prestazione maiuscola che ha portato alla vittoria del match e alla conquista del pass per Tokyo 2020.
Si parte dal clima che c’è stato a Bari, durante la qualificazione olimpica. Da quanto si è visto l’alchimia nel gruppo è cresciuta di gara in gara, avete passato dei momenti molto difficili specie contro l’Australia. Cosa si percepiva da dentro? “È proprio così, siamo migliorati partita dopo partita. La gara contro l’Australia ci è servita per crescere, è stata complicatissima dal punto di vista mentale. Loro hanno messo in campo un’ottima pallavolo e nonostante noi non abbiamo espresso il nostro miglior gioco siamo rimasti sempre uniti e fissi sull’obiettivo. La vittoria ottenuta in quel modo ci ha fatto prendere consapevolezza nell’immediato, siamo arrivati alla partita decisiva con la Serbia con la giusta concentrazione e penso che abbiamo affrontato quel momento così fondamentale con molta umiltà. Abbiamo giocato ogni azione come se fosse la più importante e devo dire che è il gruppo nella sua interezza ad aver raggiunto questo risultato”.
Ora qualcosa di personale: durante la gara i telecronisti RAI hanno riferito che Samuele Papi ti ha elogiato, dicendo di averti visto molto cresciuto nell’ultima parte della preparazione al torneo. Quali sono state le tue sensazioni nel percorso con la Nazionale quest’estate?“Questa è un’estate molto lunga. Nei primi mesi, durante la Volleyball Nations League, ho giocato quindici partite da titolare in appena cinque settimane e mi sono servite tantissimo per crescere tecnicamente e mentalmente. È stato uno sforzo notevole, ma mi ha permesso di arrivare alla preparazione alla qualificazione olimpica con le risorse giuste. Prima della partita contro la Serbia mi hanno comunicato che sarei partito titolare ed ero concentrato al massimo, mi sentivo pronto. Mi fa molto piacere che Samuele abbia notato questa cosa in me, non posso che essere soddisfatto per un’osservazione come questa fatta da un giocatore del suo calibro ed esperienza”.
Hai passato tantissimi anni in Ghirada sotto la guida degli allenatori che tuttora sono qui a crescere i giovani pallavolisti. Cosa ti è rimasto di quel periodo?“Sì, ho passato tutta la mia gioventù qui, Michele De Conti è una figura molto importante, come un secondo papà e ogni anno vengo a trovarlo. Michele Zanin e il resto dello staff oltre ad insegnarmi a giocare mi hanno trasmesso la mentalità giusta per arrivare e soprattutto per rimanere ad alto livello, sono cresciuto moltissimo grazie a loro. Non posso che essere orgoglioso di aver fatto parte di questa società, è un gruppo di persone fantastiche e una parte del mio cuore è e sarà sempre qui”.
Prima hai avuto modo di incontrare i ragazzi che hanno appena iniziato la preparazione della nuova stagione. Qual è il tuo messaggio per loro? “Il mio consiglio per i ragazzi è proprio di affidarsi a questi allenatori e allo staff, di ascoltarli e di interiorizzare ogni correzione e consiglio che hanno da dare, anche se a volte può sembrare difficile. L’esperienza e le conoscenze di queste persone sono enormi, seguendo i loro consigli non si può che imparare e compiere un notevole salto di qualità”.
(Fonte: comunicato stampa)