Di Redazione
Questa scelta è stata accettata di buon grado dal presidente dell’Omag, Stefano Manconi: «Secondo me è meglio non giocare – sottolinea- se l’unico modo è farlo a porte chiuse. A prescindere dall’ultimo decreto governativo, si tratta di una decisione che doveva essere presa a monte. Questo soprattutto per la salute delle giocatrici e di chi sta attorno a loro, ma anche perché la partita della domenica è la nostra principale fonte di sostentamento economico».
Dal canto suo il direttore generale della Olimpia Teodora, Giorgio Bottaro, non nasconde un pizzico di amarezza per il rinvio del match: «Siamo arrivati in Piemonte sabato pomeriggio, dove abbiamo dormito una notte, e a quel punto è ovvio che avremmo preferito disputare l’incontro. Dal momento che ci è stata comunicata la decisione di non giocare, non abbiamo fatto alcun tipo di pressione in senso contrario e, come siamo arrivati qui, siamo ripartiti per Ravenna».
La preoccupazione dei due dirigenti è però rivolta al futuro. «Nulla a mio avviso – spiega Manconi – ci vieta di posticipare lo svolgimento del campionato, sempre con la speranza che sia possibile. Invece di terminare la stagione a metà aprile o a maggio, si può pensare di fermarsi adesso e di riprendere più avanti l’attività, arrivando anche a metà giugno. D’altronde la A2 non ha le stesse esigenze della A1».
Chiude così invece Bottaro: «Noi proseguiamo la nostra attività come se domenica prossima si dovesse giocare ma ho l’impressione che più passano i giorni, più c’è il rischio di un rafforzamento delle limitazioni. Mai come in questo momento bisogna andare oltre alle divisioni e creare un tavolo di lavoro capace di stabilire una linea comune».