La Sieco Service Ortona non ci sta ed è determinata a far valere ancora le sue ragioni in merito al ricorso presentato e respinto prima dal Giudice Sportivo e poi dalla Corte Sportiva d’Appello della Fipav, inerente la sfida del campionato di Serie A2 contro Pineto.
L’episodio contestato era avvenuto sul 13-14 del secondo set, quando la panchina di Ortona aveva segnalato agli arbitri un fallo di rotazione commesso da Pineto, con l’inversione della posizione di due giocatori, l’opposto Santangelo e lo schiacciatore Panciocco. Dopo lunghe consultazioni, gli arbitri avevano deciso di ripartire dal punteggio di 12-12; secondo la Sieco, invece, l’irregolarità era in corso fin dall’inizio del set, e pertanto tutti i punti conquistati da Pineto nel parziale avrebbero dovuto essere annullati.
La Corte d’Appello, come già il Tribunale Federale, ha rigettato il reclamo insistendo sulla teoria delle “due fasi diverse di gioco” in cui si sarebbe verificato il fallo di rotazione: se, come sostiene Ortona, fosse avvenuto già al momento della presentazione delle formazioni per il secondo set, il ricorso risulterebbe inammissibile “perché non preceduto dall’istanza del capitano” al momento stesso dell’errore. Se invece, come rilevato dagli arbitri, il fallo fosse avvenuto sul punteggio di 14-13, “le doglianze sono infondate perché risulta correttamente applicata la regola“, essendo stato annullato l’unico punto conquistato da Pineto dopo il verificarsi del fatto.
Al di là del meccanismo, in verità piuttosto cervellotico, che finisce per punire la squadra che si è accorta di un’irregolarità non rilevata dagli arbitri per quasi metà set, il passaggio che più stupisce della sentenza è quello in cui si afferma che “non viene fornita alcuna prova da parte dell’Impavida Pallavolo Ortona” del momento in cui è stato commesso il fallo. Nell’era del referto elettronico e, soprattutto, delle riprese video obbligatorie di tutte le partite di Serie A, è davvero possibile asserire che non esistano prove dell’errore di schieramento in campo da parte di una squadra?
Questa, comunque, la nota integrale pubblicata dalla società abruzzese:
“Lunedì 18 marzo 2024, la Corte Sportiva di Appello FIPAV, con il suo comunicato ufficiale rendeva nota la sua decisione a riguardo della nostra Società, contro il procedimento reso dal Giudice Nazionale, il 7/3/24, per l’omologa della gara N.661 Serie A2/M del 3/3/24. La società, preso atto con rammarico della decisione della CAF (Corte Sportiva di Appello Federale) di rigettare il ricorso, non commenta, nel merito, il verdetto.
Ci poniamo però una domanda: siamo soltanto la Sieco Service Impavida Ortona, una ‘normalissima’ squadra di Serie A2. Come sarebbe andata a finire se tale vicenda fosse occorsa ad un ‘Top Team’ di SuperLega? All’esito di una valutazione più approfondita delle motivazioni, ci riserviamo il diritto di impugnare ulteriormente il provvedimento nelle sedi competenti“.
(fonte: Comunicato stampa)