Di Paolo Cozzi*
SuperLega, i miei promossi e bocciati.
Conclusa la SuperLega 2016-2017, è ora di tracciare i bilanci. Civitanova, a parte lo scivolone in Champions League con Perugia, ha dominato la stagione, mostrando un gioco spumeggiante, attraverso una crescita tecnica che si è confermata durante tutto l’arco della stagione, con un Kovar tornato finalmente decisivo. Molto bene Trento, che seppur sotto di un gradino alle tre big per budget, ha lottato fino all’ultimo su tutti i fronti. Tre secondi posti possono far male (soprattutto la finale persa in Coppa Cev) ma credo sia meglio elogiare la loro forza del gruppo e la loro grinta piuttosto che vedere sempre e solo il risultato fine a se stesso. Ottima impressione ha destato anche Ravenna, allenata dall’esordiente Fabio Soli. Una realtà fatta da tante giovani scommesse con un opposto dal “braccione” pesante, che ha raggiunto il sogno di una Coppa Europea. Due nomi sono già finiti sul taccuino delle big: il palleggiatore Spirito e il centrale Ricci, segno e conferma che il lavoro intrapreso dalla società è valido e interessante. Bene, anche se con altre velleità di classifica, Sora e Molfetta, che si sono tolte la soddisfazione di prendersi rivincite importanti nelle mura di casa pur con giocatori poco conosciuti ai più ad inizio stagione. Incompiute Monza, Piacenza e Verona. Squadre dai risultati altalenanti, a settembre pensavo potessero avvicinare le “4Big”, ma tranne pochi sprazzi e qualche risultato eclatante (Monza che vince a Modena), hanno spesso fallito le prove per avvicinare le “quattro sorelle”. Un peccato, perché gli organici c’erano, ma manca ancora un po’ di convinzione. Tra le note negative, sicuramente, Modena e Perugia: entrambe costrette a dei cambi di allenatore in corsa, ma ben lontane dai loro obiettivi iniziali. Se a Modena, forse, si è pagato il post-triplete con uno spogliatoio che si è disunito e ha trovato nella questione del palleggiatore un alibi fastidioso, Perugia, invece, ha faticato molto a trovare l’equilibrio giusto. Bernardi, se verrà lasciato libero e tranquillo di lavorare, ha a mio avviso gli strumenti per portare una mentalità vincente nel gruppo. A corrente alterna Vibo e Latina, con la squadra del presidente Callipo brava nel finale a uscire dal gruppone e ottenere il piazzamento playoff! Latina, in recupero con l’avvento di Bagnoli ha avuto un grande merito: permettere a tutta Italia di continuare ad ammirare un campione come Fei, sempre elegante ed efficiente. Chiusura per i fanalini di coda: Padova e Milano… la prima paga nella mia valutazione un inizio di stagione scoppiettante seguito, però, da un lungo tedio invernale che ha affossato la squadra per mesi, mentre a Milano, che per il terzo anno di fila chiude nella “vecchia” zona retrocessione, non bastano i gravi problemi di salute di Skrimov (per fortuna ottimamente risolti) e il “problema palazzetto” (ma Busto è un’ottima casa in prestito) per spiegare una stagione ancora una volta avara di vittorie.
Le fastidiose voci di mercato sconfitte ancora una volta.
Si è chiuso anche il campionato femminile, con una strepitosa Novara che, finalmente, ha coronato il suo sogno dopo innumerevoli tentativi. Questa è l’ennesima dimostrazione che nello sport non sempre vincono i favoriti, ma cuore, impegno e atteggiamento sono variabili importanti all’interno di una squadra. Grandi ali di pubblico a fare da cornice alle quattro finali, festa sugli spalti e in campo… insomma, un movimento vivo che mostra ancora una volta il suo lato migliore! La cosa buffa è che “radiomercato” già a marzo dava coach Fenoglio in partenza, insieme a Barun e alla palleggiatrice. Sarei curioso di sapere se, con il senno di poi, la società opererebbe le stesse scelte di mercato o confermerebbe il roster titolare. Comunque, allo stato attuale, gli ipotetici nuovi arrivi (Skorupa ed Egonu…?), dovranno far dimenticare in fretta questa vittoria a suon di… nuove vittorie!
“Radiomercato”: frequenze calde sull’asse Modena – Trento
Come previsto, una volta caduta l’ultima palla della finale il mercato di SuperLega è decollato regalando subito importanti novità! Rispettato il copione in casa Modena: per la panchina è stato scelto Stoytchev, senza preoccuparsi di precedenti attriti con la tifoseria e i giocatori. Un “Vincente” (con la “V” maiuscola) che, sicuramente, saprà toccare i giusti tasti per stimolare a dovere campioni come Bruno e N’gapeth. Partito Vettori con destinazione Trento, dove lo aspetta il suo “scopritore” Lorenzetti, Modena deve ora trovare la quadratura fra italiani e stranieri. Tante le voci che si rincorrono, a me piace molto Urnaut, con cui ho anche giocato insieme anni fa. Giocatore tecnico e potente allo stesso tempo, forse un po’ in ombra nelle ultime partite, ma di gran spessore. Trento punta molto sulla linea giovane e italiana, scelta importante compiuta dal “Ds” Da Re, autentica garanzia di buon operato e di successi. Giannelli-Vettori-Lanza-Colaci: una bella base di partenza in cui inserire due centrali nuovi e uno schiacciatore potente (Kovacevic…?). Macerata delle quattro “big” è quella che cambierà meno il sestetto, mentre probabilmente molte delle “seconde linee” andranno a giocare titolari in altre squadre. Tuttavia se si vorrà puntare al triplete l’anno prossimo, bisognerà rimpiazzarle con giocatori di ottimo livello. Per le altre, ancora pochi movimenti ufficiali nell’attesa di capire se ben quattro squadre riusciranno a rientrare nei parametri stabiliti dalla SuperLega per quanto concerne gli impianti di gioco. Non amo le deroghe, ma capisco la volontà delle “grandi” di mantenere il campionato a 12-14 squadre per evitare di giocare turni pesantissimi e infrasettimanali. Perdere, però, piazze storiche come Vibo e Latina o calde come Molfetta e Sora sarebbe davvero un peccato. Vero è che gli accordi erano conosciuti a tutti, però, una quadratura del cerchio sarebbe anche auspicabile da trovare, con buon senso da una parte e disponibilità a cambiamenti da parte delle squadre sotto la lente di ingrandimento.
Le scuse di Bernardi a Sirci, questione di necessità o facciata?
Merita un capitolo a parte la situazione Perugia, che dopo giorni di tentennamenti e indiscrezioni, vede Bernardi chiedere scusa per la sua uscita a “caldo” dopo la semifinale di Champions League e una situazione all’apparenza ricomposta. Sperando che Sirci e Bernardi siano effettivamente capaci di chiudersi la porta alle spalle e a non riaprirla alle prime difficoltà, questa è la dimostrazione che nella gestione di una squadra sportiva non ci può essere solo bianco o nero, ma un’infinità di sfaccettature e colori che servono per far andare nella stessa direzione un team formato da 20, a volte anche 25 persone. A volte, si tende a dimenticarlo, ma la gestione di una squadra ha molte similitudini con la gestione di un team aziendale. Leadership, motivazione, comunicazione sono solo alcune delle strategie e delle leve che un allenatore moderno deve utilizzare per sviluppare e creare sinergie all’interno del proprio gruppo. Avere un allenatore già sulla graticola prima ancora di cominciare sarebbe dannoso proprio nella costruzione di quelle alchimie che rendono una squadra un gruppo coeso e vincente.
*Paolo Cozzi, a 35 anni, ha da poco chiuso la sua carriera di atleta nella quale ha vestito la maglia della Nazionale italiana ben 107 volte e quella dei club più importanti in serie A1 come Milano, Modena, Cuneo, Piacenza, Vibo Valentia, Taranto, Castellana Grotte, San Giustino e Monza.