Di Paolo Cozzi*
Come è cambiata la comunicazione nel volleymercato: dalla rigidità al “social mercato”.
Con il mese di giugno il mercato entra nella sua fase “caldissima”, nonostante le “big” abbiano ormai delineato le loro strategie ed ora devono soltanto rifinire la rosa. Sono tuttavia ancora molte le squadre che si contendono i numerosi atleti ancora in cerca di contratto. I giocatori della Nazionale italiana, però, sono già quasi tutti sistemati, e solo pochi sono ancora “apolidi”. Ai tempi di coach Montali esisteva il divieto per i procuratori di aggirarsi per il ritiro della Nazionale, questo per non distrarre i giocatori dall’obiettivo World League, quindi, presupponendo che sia sempre valida quella regola, si prevedono delle fitte telefonate notturne per sistemare gli ultimi accordi! Non mi stupirebbe, però, se qualcosa ancora si muovesse dopo la tappa di Pesaro, prima che la Nazionale inizi a girare per il mondo… Oggi, poi, è notevolmente cambiato anche l’approccio alla comunicazione da parte dei giornalisti, degli addetti ai lavori e delle varie testate, soprattutto nel web. Si cerca di tenere sempre alta l’attenzione degli appassionati sfruttando una serie di “rumors” che a volte si realizzano, ma che in altre occasioni si rivelano delle autentiche “bufale”. Inoltre, bisogna considerare che a volte certe voci sono messe in giro a regola d’arte dai procuratori per rendere più appetibile un determinato giocatore: in questo modo si lanciano dei messaggi neanche troppo velati a qualche società… Sono proprio i procuratori a fare il bello e il cattivo tempo in questa fase, c’è chi cerca per i propri atleti la squadra più forte, magari, anche a costo di vederli relegati in panchina, chi cerca il contratto migliore e chi, invece, lavora per trovare all’atleta la miglior soluzione possibile dal punto di vista della crescita tecnica. E’ cambiato molto anche il modo delle società di presentare i propri acquisti: facebook, twitter, instagram, il tifoso è ormai informato a 360° e in tempo praticamente reale. Mi sento, però, di dire che a giugno tutti sembrano sempre grandi acquisti, e le squadre appaiono tutte in lizza per la finale scudetto, ma i conti naturalmente si fanno, poi, ad ottobre con l’inizio della stagione! Non fraintendetemi: è un bene che le società investano nei nuovi mezzi di comunicazione per avvicinare i tifosi,”fidelizzarli”, ma devo ammettere che forse un po’ di obiettività in più non guasterebbe! Detto questo e concludendo, è bello vedere anche come si siano sviluppate strategie per avvicinare la squadra ai tifosi. Dai contest fotografici agli appuntamenti “gioca col campione”, arrivando alla possibilità per alcuni tifosi di assistere alle partite da posizioni privilegiate, come a fianco della panchina (soluzione che credo abbia fatto impallidire più di un allenatore!).
La zona 3 del volleymercato.
Tornando al volleymercato, si registra un periodo molto intenso per i centrali di casa nostra: infatti, sono stati diversi i trasferimenti fra le società nel tentativo di cambiare gli equilibri al centro della rete. E così… per un Buti, fresco di nomina a capitano in Nazionale, approdato a Monza per portare il suo entusiasmo e la sua esperienza in un team in crescita, ecco che a Perugia “svecchiano il reparto” e a fare compagnia a Podrascanin, autentico leader al centro, arrivano Anzani e Ricci. Il primo in cerca di riscatto dopo una stagione opaca a Verona e pronto a diventare un terminale importante per le alzate di De Cecco, il secondo per continuare il proprio percorso di crescita e mettere in difficoltà Bernardi nella scelta domenicale. Anche Trento cambia molto: perso Solè, uno dei migliori attaccanti in circolazione, si scommette sul giovane sloveno Kozamernik, un giocatore ancora tutto da scoprire nel volley che conta. Cambia anche l’altro centrale, con l’arrivo del brasiliano Eder che metterà a disposizione di Lorenzetti tutta la sua esperienza e la sua abitudine a giocare partite di alto livello .Nel confronto con Van De Vorde dovrebbero migliorare attacco e battuta, per il muro ci penserà uno specialista come Lorenzetti a metterli subito in “riga”. A Modena prevedo una stagione spesso in doppia cifra per Holt, uno dei pochi centrali completi rimasti in circolazione, mentre sono curioso di vedere all’opera Mazzone in una piazza complicata e dal palato fine come quella della ghirlandina. È vero che è un”pupillo” di Stoytchev, ma ha ancora tutto da dimostrare in una stagione che deve essere quella del riscatto. Con Macerata che lascia invariato il suo trio di centrali ben amalgamati e intercambiabili, è Verona l’ultima delle big a dover rifondare il suo reparto di zona 3. Dovrebbe essere in arrivo Piano da Modena dopo una stagione passata in sordina: giocatore che si specchierebbe bene con la filosofia dell’allenatore scaligero Grbic, per il quale i centrali sono molto più importanti nella fase di muro che in quella offensiva. Tra i top centrali manca ancora la destinazione del “Bira”, reduce da una stagione sfortunata e caratterizzata da continui problemi fisici. A lui mando il mio abbraccio virtuale, perché so quello che vuole dire allenarsi con la schiena “aperta in due”. Mi auguro che i mesi estivi, dove avrà modo di lavorare con serenità sul fisico e sul suo pieno recupero, lo rimettano in sesto perché me lo aspetto ancora protagonista per un paio di anni… magari, proprio a Verona o a Modena.
Weekend agrodolce per le nostre nazionali.
E’ stato un week-end importante per le nostre nazionali, con la femminile del debuttante Mazzanti che centra, dominando, la qualificazione ai Mondiali. Gli avversari, forse, non erano proibitivi, ma in un gruppo nuovo che si sta creando e conoscendo il rischio di perdere la bussola c’era. E’ stata subito protagonista la giovane Malinov, che ha saputo alternare bene tutte le sue “bocche da fuoco”, facendo divertire le centrali, smarcando le bande e trovando un buon feeling con Paola Egonu. Superato brillantemente questo primo scoglio, il nuovo allenatore avrà ora a disposizione un po’ di tempo per inculcare alla squadra le sue idee tecnico-tattiche e mentali nel ritiro di Cavalese, dove si prevedono tanto sudore e fatica per le ragazze. In attesa di un Europeo che le vedrà sicuramente fra le protagoniste… Week-end double-face, invece, per la Nazionale maschile, dove alla brillante vittoria con l’Iran sono seguiti due stop con Brasile e Polonia. Per la rinnovata selezione italiana, priva dello “Zar” e Juantorena, alla ricerca di nuovi leader e alternative, tante attenuanti ma anche qualche piccolo campanello d’allarme. Si nota, comunque, che la squadra è in costruzione da come si è comportata nelle tre partite, con momenti altalenanti un po’ su tutti i fondamentali e dal fatto che spesso Blengini ha dovuto attingere dalla panchina per sopperire alla “giornata no” di qualche titolare. Non mi soffermo sui singoli per il momento, preferisco rivedere il gruppo nel prossimo week-end in Francia dove già ci saranno in palio punti pesanti per la qualificazione alle Final Six. Della tappa di Pesaro mi rimane impressa una ottima Polonia che con Fefè de Giorgi in panchina trova un bravo tecnico, capace di gestire al meglio i suoi giocatori sia dal punto di vista fisico che mentale. Molto bene i centrali, alti e ben presenti a muro con le loro lunghe leve, e il trio di palla alta, garanzie di alto livello. Il Brasile, invece, in pieno ricambio generazionale dopo l’abbandono di Bernardinho e di parecchi veterani, è sicuramente una squadra molto diversa da prima, molto più forte fisicamente e in statura, ma credo che dal punto di vista mentale siano ancora “anni luce” lontano da quello che fu il Brasile dominatore delle passate stagioni. Non mi convince completamente il loro opposto, Evandro, che conosco bene anche per averci giocato un anno insieme a Castellana. Pur essendo stato ottimo realizzatore nel week-end scorso, continua a darmi la sensazione di un giocatore che sotto pressione nei finali di set può sbagliare molto. Anche a muro, spesso, si “perde”… mentre potrebbe sfruttare meglio la sua “infinita” altezza. E proprio sul muro si sta concentrando il lavoro di Dal Zotto, che da squadra molto “individualista” sta cercando di far diventare il Brasile più europeo, con i laterali ben stretti ad aiutare: ma questo è un lavoro che pagherà a lungo termine. Sul breve si prevedono sicuramente scossoni e qualche sconfitta a sorpresa.
Il nuovo Rally Point System che verrà?
Recentemente la Fivb ha proposto varie sperimentazioni per i prossimi Mondiali Under 23 e, come spesso accade in queste occasioni, una in particolare ha suscitato molte perplessità e dubbi. I cambiamenti drastici provocano sempre paura e incertezza, dopotutto anche il Rally Point Systerm a 25 e l’abolizione del cambio palla nel 1999 vennero visti come il “diavolo” da una intera generazione di atleti e addetti ai lavori salvo, poi, dimostrarsi un ottimo sistema per avvicinare i valori delle squadre in campo e rendere tutte le partite più combattute. Oggi si parla di giocare sette set ai quindici punti… personalmente, però, questa volta la scelta mi lascia numerosi dubbi. Molti set, così brevi, in una pallavolo fisica come quella di oggi, rischierebbero di tramutarsi in una sfida a chi forza di più la battuta nel tentativo di creare un break point, aumentando gli errori e diminuendo la spettacolarità. Forse, e sottolineo forse, vista la via della fisicità intrapresa, sarebbe il caso di provare a pensare di alzare la rete o spostare la riga dei tre metri più indietro, ma solo per i campionati di massima serie.
*Paolo Cozzi, a 35 anni, ha da poco chiuso la sua carriera di atleta nella quale ha vestito la maglia della Nazionale italiana ben 107 volte e quella dei club più importanti in serie A1 come Milano, Modena, Cuneo, Piacenza, Vibo Valentia, Taranto, Castellana Grotte, San Giustino e Monza.