Di Eugenio Peralta
Il marketing nella pallavolo femminile: un tema molto studiato negli ultimi anni ma poco applicato, o almeno non sfruttato in tutte le sue potenzialità. Il volley rosa, infatti, spesso sembra raccogliere molto meno di quanto potrebbe in termini di pubblico e di follower. E proprio da questa constatazione è partita Eleonora Furlan, centrale della Delta Informatica Trentino, per realizzare la tesi con cui si è laureata in Scienze Motorie all’Università degli Studi di Roma, lo scorso 9 marzo: “Strategie di marketing sportivo customer oriented. Il caso Imoco Volley“.
Eleonora, che si trova ancora a Trento in attesa di capire se potrà tornare a casa in Veneto dopo la sospensione del campionato per l’emergenza coronavirus, ha accettato volentieri di rispondere alle nostre domande: ecco la sua intervista in esclusiva per Volley NEWS.
Com’è nata l’idea della sua tesi?
“La scorsa estate, quando mi mancavano ormai pochi esami per laurearmi, era appena finita la stagione e come ogni anno mi è capitato di leggere tanti articoli sui record di presenze al Palaverde. Da lì ho pensato di provare ad analizzare le strategie che l’Imoco utilizza per coinvolgere il suo pubblico, e anche di capire come società più piccole possano raggiungere buoni risultati. Chi vive un contesto come quello della Serie A2, infatti, sa quanto sia difficile vedere un palazzetto pieno…“.
In che modo ha impostato il suo lavoro?
“Ho fatto una ricerca in generale sul marketing delle società di pallavolo, limitandomi al settore femminile, e poi un approfondimento in particolare sugli obiettivi e i risultati ottenuti dall’Imoco. Inizialmente avevo in mente di fare un confronto anche con altri sport, ma poi il lavoro si è rivelato troppo lungo! Però ho avuto modo di studiare la realtà dell’Aquila Basket, qui a Trento, ed è stato molto interessante“.
Cosa l’ha colpita in particolare?
“Be’, innanzitutto il fatto che tra basket e volley, pur essendo due sport cosiddetti ‘minori’, c’è molta differenza. Nella pallacanestro si punta molto di più sulla spettacolarità dell’evento, si va oltre la partita, cercando di coinvolgere il pubblico con attività di intrattenimento non legate al match: l’esempio è ovviamente quello dell’NBA. Nella pallavolo lo fanno in pochi, tra cui appunto Conegliano“.
E quali sono i punti di forza della strategia dell’Imoco?
“Proprio il cercare di coinvolgere più persone possibile, lanciando ogni volta un’iniziativa diversa e non focalizzandosi sempre sullo stesso target. Poi c’è un forte radicamento sul territorio, ma anche questo non è arrivato per caso: la società se lo è costruito anno dopo anno, grazie alla collaborazione con le realtà locali che si è consolidata nel tempo“.
Il marketing dello sport è un settore in forte espansione, in cui forse a Furlan piacerebbe avere un ruolo…
“Sì, quasi sicuramente continuerò i miei studi con una laurea magistrale in Management dello Sport. L’idea mi piace, innanzitutto perché una volta finita la carriera vorrei rimanere nel settore sportivo. Ma anche perché penso che in questo settore possa essere utile il punto di vista di un giocatore“.
In che senso?
“Un atleta, che ha vissuto la situazione dall’interno, è in grado di vedere meglio quali sono le lacune della pallavolo (ma anche di tutti gli altri sport diversi dal calcio) in questo ambito. E, spero, di dare un contributo importante per colmarle“.