Di Eugenio Peralta
L’avventura è iniziata quasi per gioco una decina di anni fa, tra una telefonata e la richiesta di un consiglio. Oggi, Sportlinx360 è la più longeva e conosciuta agenzia specializzata nella consulenza agli studenti che vogliono proseguire la loro carriera scolastica e sportiva negli USA. Negli anni ha aiutato una sessantina di giocatori e giocatrici di pallavolo a ottenere borse di studio negli atenei americani, ma affianca anche gli atleti di altre discipline, come calcio, atletica leggera, basket, rugby, sci, e ogni anno organizza selezioni dal vivo per mettere in contatto le università con i potenziali “student athletes“.
Tutto grazie all’esperienza di Jesica Umansky, ex giocatrice argentina che dal 2001 al 2006 ha frequentato la George Mason University in Virginia, e da lì ha preso il volo per una luminosa carriera che l’ha portata in Brasile, Spagna, Svizzera e anche nella A2 italiana, ad Aprilia (stagione 2008-2009). Alla fine, dopo un incarico da assistant coach del Perù, ha deciso di fermarsi proprio in Italia, a Roma, e fare da punto di riferimento per tanti giovani interessati a seguire le sue orme. È proprio lei a raccontarci com’è andata:
“Per me l’università negli USA è stata un’esperienza fantastica, che mi ha dato la possibilità di conciliare sport e studio: non potevo farlo ad alto livello in Argentina e in Brasile, e la stessa cosa accade in Italia a chi gioca dalla Serie B1 in su. Non che sia impossibile, ma è davvero difficile incastrare gli impegni sportivi con quelli universitari, anche se adesso stanno nascendo le prime realtà che lo permettono, come Cus Torino e UniTrento. Ecco, ci tenevo ad offrire anche ad altri quest’opportunità“.
E così ha messo in piedi un’attività di grande successo…
“Per la verità, all’inizio non avevo proprio quest’idea, non esisteva nemmeno un business plan. Ho cominciato aiutando una giocatrice che voleva trasferirsi, e da lì sono andata avanti… Era una passione, qualcosa che mi dava grande soddisfazione, anche perché potevo dare una grossa mano ad atlete che, lo sappiamo bene, non avranno mai la possibilità di vivere di sola pallavolo, come del resto quasi nessuno nel volley europeo“.
Oggi la vostra agenzia è decisamente più strutturata, anche se alla base ha sempre un legame strettissimo con la pallavolo giocata.
“Sì, con me ci sono Elitza Krasteva, che molti ricorderanno anche come giocatrice (nata in Bulgaria, tra il 2012 ha giocato in diverse squadre di A2 tra cui Firenze, Roma e Milano, n.d.r.), e Caterina Cigarini, che ha studiato negli USA proprio grazie alla nostra assistenza e ora è tornata in Italia, dove veste la maglia di Montale in A2. Collabora con noi anche Damiano Ferlito, giocatore e allenatore“.
Se dovesse convincere un atleta a scegliere Sportlinx360, che parole userebbe?
“Direi che per noi una ragazza o un ragazzo non sono un numero, ma una storia. Per questo non facciamo grandi numeri e nemmeno cerchiamo di farli: preferiamo dare un posto a ciascuno e rimanergli accanto. Non ci limitiamo a stabilire il contatto tra l’atleta e l’università, ma continuiamo a seguirlo per tutto il suo percorso. A dire il vero, continuiamo anche dopo: sono troppo curiosa di conoscere la carriera e le scelte dei nostri ex assistiti…“.
Nella pallavolo, quali giocatori possono puntare a diventare student athletes negli USA?
“Le borse di studio sono molto più ampie di quanto si pensi. Parlando di pallavolo femminile – anche se, naturalmente, seguiamo anche il volley maschile e il Beach Volley – direi che già una giocatrice di Serie D può puntare in alcuni casi a ottenere una borsa parziale, e chi gioca in Serie C addirittura una totale. In generale nella pallavolo universitaria c’è un po’ di tutto, il livello va dalla nostra Terza Divisione a quello dei principali team di Division I che è paragonabile a una A2 italiana“.
E quali sono i primi passi da compiere per entrare in questo mondo?
“Io consiglio ai ragazzi di iniziare a prendere informazioni tra il primo e il secondo anno delle scuole superiori, per poi organizzarsi più seriamente nel corso del terzo e fare i primi test durante il quarto anno. In questo modo, per la fine del quarto anno si è pronti e i più promettenti hanno già delle offerte in mano. Il che non significa che si debba per forza partire subito: il caso di Tatijana Fucka è esemplare, lei sapeva di questa possibilità da quando aveva 18 anni ma soltanto ora si è trasferita (alla University of Alabama, n.d.r.). Si può fare perché le università USA si basano su cicli di 4 anni“.
Come funzionano le selezioni che organizzate in Italia?
“Sono eventi che organizziamo ormai da 3 anni, anche se nel 2020 siamo stati costretti a fermarci per l’emergenza sanitaria: l’appuntamento per l’anno prossimo, però, è già fissato. Ci sono due tipologie di selezioni: i tryout in giornata unica – abbiamo in programma anche quelli maschili – e gli showcase, che durano 3-4 giorni, con allenamenti anche per il Beach. A questi ultimi partecipa ogni anno una decina di allenatori dei college, che possono così visionare le atlete e conoscerle personalmente. Ci sono stati casi di giocatrici, anche di serie minori, che sono uscite dall’incontro già con la borsa di studio in mano! Faccio un nome: Alessia Sgherza, schiacciatrice ex Club Italia, che dopo un solo allenamento è stata reclutata“.
Per concludere, ha un messaggio per i giocatori che vorrebbero continuare la loro carriera negli USA?
“Andare in America non significa abbandonare l’idea di giocare in Serie A. Se si trova l’università giusta, si può continuare a seguire il proprio percorso di crescita e tornare indietro anche più forti di quando si è partiti. Gli esempi non ci mancano: la nostra Caterina Cigarini, Michela Rucli di Martignacco. Oppure Margherita Bianchin, che oggi è nazionale di Beach Volley“.
Dalla collaborazione tra Volley NEWS e Sportlinx360 nasce “USA College”, la sezione del nostro sito dedicata alla pallavolo nelle scuole e università degli Stati Uniti. Non perdete gli ultimi aggiornamenti!