Di Stefano Benzi
Ho scritto altrove della tragedia del Ponte Morandi: ormai sono passati tre mesi e la fase dovrebbe essere quella in cui a poco a poco le cose tornano alla normalità. Niente di tutto questo. Ci sono stati piccoli atti dovuti: la riapertura di alcune strade, il rientro in casa degli sfollati di via Porro e via Fillak, il solito straordinario cordone di solidarietà dei genovesi. Ma a parte le promesse di ricostruzioni a tempo di record, sovvenzioni e aiuti a pioggia per un settore logistico che è al collasso e le solite polemiche da barricata, i genovesi sono in attesa. Forse ci siamo già dimenticati quante vittime ci sono state… 43: una di queste credo stia particolarmente a cuore ai lettori di Volley NEWS, non solo perché aveva appena nove anni, ma perché era un grande appassionato di volley.
Si chiamava Samuele Robbiano. Quella del 14 agosto era una giornata speciale, si partiva in traghetto per le vacanze. Pare che la famiglia fosse andata a Voltri a salutare i nonni prima di tornare verso il porto e imbarcarsi. In macchina sdraio, ombrelloni, valigie e il pallone di Spiderman dal quale Samu era praticamente inseparabile. Giocava a Minivolley nell’AGV Campomorone con un’allenatrice molto brava e sensibile, Elisa Martelli, che subito dopo l’accaduto ha postato una foto meravigliosa dei suoi ragazzi, tra i quali Samuele, dopo una partita sulla sabbia. “Bisogna andare avanti…” ha scritto con poche parole Elisa, un’essenzialità tipica dei genovesi, soprattutto quelli che vivono nelle vallate. E sono felice che quest’anno Elisa sia ancora lì, a gestire il suo corso di MiniVolley con una trentina di iscritti. Samuele non c’è. È con mamma e papà. Inutile cercare spiegazioni perché monta solo una gran rabbia.
Quando sotto le macerie del Ponte Morandi sono arrivati decine di volontari, è arrivato anche un amico della famiglia Robbiano, allarmato perché non aveva loro notizie dal momento del crollo. Dopo qualche minuto ha visto la macchina accartocciata, ha riconosciuto il pallone di Spiderman e Samuele è stato uno dei primi a essere estratti. La vittima più giovane della tragedia del Viadotto Polcevera.
Andrea Lucchetta è andato a visitare la scuola di Samuele e la sua società portando palloni, reti e una maglia della nazionale: il tutto si è tradotto in una gigantesca festa sotto rete.
Festeggiamo un bambino, i suoi sogni, la sua famiglia che lo portava a giocare a volley, il suo pallone di Spiderman e la nostra voglia di andare avanti: nonostante la rabbia prevalga. La foto è quella cui facevo riferimento prima, l’ho raccolta dalla pagina Facebook dell’AGV Volley Campomorone e c’è anche Samuele. Lo si riconosce subito. È quello che sorride…
Come dite? Sorridono tutti? Perfetto, giusto così.
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