Di Redazione
Il 29 agosto sarà di nuovo in palestra.
Ad assistere al primo allenamento della Zanetti Bergamo.
Nell’attesa, però, il Direttore Generale del Volley Bergamo, Giovanni Panzetti, parla di presente, passato e futuro.
E comincia col raccontare come è nata la prima Zanetti Bergamo…
“Il primo concetto su cui si doveva lavorare era la necessità di avere un pacchetto di atlete italiane di livello. Parte tutto da lì. Perché con le nuove regole, avere un gruppo di italiane valide diventa fondamentale.
Il secondo concetto è stato ringiovanire la squadra e cercare di sostituire al meglio le partenze, dovute a scelte delle nostre giocatrici, come quelle di Malinov e Sylla.
Nel fare queste scelte abbiamo anche tenuto conto della volontà del nostro nuovo allenatore e abbiamo cercato di accontentarlo portando a Bergamo alcune giocatrici che a lui piacevano molto”.
Nelle ultime stagioni è sembrato mancare un leader nel gruppo. Per questo nuovo inizio è stata fatta anche una selezione “caratteriale”?
“Sicuramente i caratteri forti aiutano, anche se poi possono dare difficoltà di gestione. Però senza caratteri forti, senza un leader, si fa fatica ad avere una squadra vincente.
E’ chiaro che, l’anno scorso soprattutto, era difficile avere un leader in una situazione così delicata, data da infortuni, da incertezze. Era difficile per tutti essere un riferimento.
Sicuramente le giocatrici che abbiamo portato ora a Bergamo, tra le caratteristiche, hanno quella di avere un carattere importante: Cambi, Mingardi, Olivotto ad esempio. E poi le americane, che generalmente sono tutte di carattere deciso.
Spero che anche la giovane polacca, su cui puntiamo molto, abbia un carattere altrettanto forte: nella Nations League giocata quest’estate con la Nazionale polacca, ha dimostrato di non temere confronti ad alto livello”.
Quanto è diversa questa estate da quelle degli ultimi anni?
“Avere davanti un progetto triennale mi ha favorito nel poter andare a parlare con giocatrici e procuratori e poter prospettare qualcosa che non finisse nell’arco di una stagione agonistica. Tanto è vero che molte delle ragazze che abbiamo acquisito hanno un contratto biennale o triennale. Questo ha indubbiamente dato solidità al progetto e ha aiutato a fare mercato”.
Qual è il primo obiettivo di questo progetto triennale della Zanetti Bergamo?
“Sicuramente consolidare un risultato che io spero ci porti tra le prime sei a fine Campionato. E partendo dalla base dei contratti pluriennali stipulati con le giocatrici, contare su una piattaforma importante per l’anno successivo per poter eventualmente fare innesti e aggiustare ancora di più la squadra”.
Ecco, Bertini. Che cosa ci si aspetta da lui?
“Conosco abbastanza bene Matteo Bertini: un allenatore che si è fatto pian piano, seguendo tutti i gradi necessari, dallo scoutman al primo allenatore in tutte le categorie. Ha conquistato una promozione dalla A2 alla A1, ha portato Pesaro a bellissimi risultato l’anno scorso.
Mi aspetto che sappia gestire i momenti di crisi con grande calma. Questo è quello che gli chiedo. Oltre che, ma di quello ne sono sicuro, fare un ottimo lavoro sul campo.
Dovremo sicuramente gestire dei momenti di crisi, perché il livello del Campionato italiano si è alzato ancora e, sicuramente, ci sono davanti a noi delle corazzate che non lasciano grandi spazi. Però sono convinto che se manteniamo la calma, a fine anno ci saremo tolta qualche soddisfazione”.
I tifosi, in questi anni, non hanno mai smesso di stare vicini alla squadra, anche e soprattutto nei momenti di difficoltà. Ora si rinnoverà la voglia di seguire la Zanetti Bergamo. Ma con aspettative diverse…
“Io credo che i tifosi abbiano ben capito cosa sta succedendo. Questo è un passaggio epocale. Anch’io faccio fatica a ricordare, in questa fase iniziale, la nostra nuova denominazione. Ma è chiaro che fra qualche settimana la cosa verrà naturale.
Io credo che ai nostri tifosi resterà la passione per una Società che ha dato tanto e che, nonostante il cambio di nome, mantiene lo stesso dna.
I nostri tifosi rimarranno al nostro fianco. E’ vero, con delle aspettative. Ma l’unica cosa che chiedo loro è di pazientare, perché non si può accelerare il progetto per non rischiare di trovarsi al punto il partenza tra un anno”.
(Fonte: comunicato stampa)