Carattere, personalità, insieme a un estro e a un pizzico di incoscienza che da uno come Paolo Porro non ti aspetteresti. Invece è stato lui indubbiamente il faro, il personaggio di questa prima parte dei Play Off Scudetto di Superlega. Un ragazzo che, ad appena 21 anni, ha seguito quell’aria di entusiasmo che si respira nei dintorni dell’Allianz Milano e ha caricato i suoi attaccanti come frecce in un arco in grado di mettere k.o. persino l’imbattibile Perugia:
“Ci stiamo divertendo, è vero ciò che dice Matteo Piano. Però siamo anche ingolositi da tutto ciò che è in palio in questi Play Off Scudetto. Quindi la voglia di vedere cosa c’è oltre ci sta piacendo. Abbiamo preso consapevolezza con Perugia rispetto a ciò che potevamo fare. Ma ora vogliamo fare ancora di più“.
La serie contro Civitanova arriverà a Gara 5.
“Sul 2-0 eravamo sul punto di chiuderla. Una grande occasione persa, perché siamo calati e non abbiamo avuto la cattiveria di chiudere. Ma non ci arrendiamo, anche perché abbiamo dimostrato più volte il nostro valore in trasferta“.
Lei ha parlato di Milano come outsider.
“Sì, la pressione è certamente avvertita più da loro che da noi. Noi siamo gli outsider, quelli che non ti aspetti, ma che passo dopo passo, sono arrivati lì. Potevamo certamente fare una regular season migliore di come poi è andata. Anche se, vedendo i risultati di questi Play Off, forse è stato meglio così (ride n.d.r.). Abbiamo invertito la rotta nella seconda parte di campionato“.
Che voi poteste dare fastidio alle compagini di testa era chiaro già dalla regular season.
“Abbiamo vinto contro Trento e Modena nella prima parte di campionato e ci siamo tolti la soddisfazione di sconfiggere una squadra come Perugia nei quarti. Abbiamo preso le misure e abbiamo lavorato per fare sì che ciò che ci è sfuggito durante la prima fase andassimo a prendercelo durante la seconda“.
Cosa la rende felice?
“Mi rende felice giocare a Milano e vedere il palazzetto sold out. Mi rende ancora più felice ricevere tutto il sostegno del nostro pubblico, che abbiamo conquistato con i risultati. Io penso che far innamorare Milano della pallavolo non fosse proprio facilissimo. Quindi mi fa piacere vedere questo entusiasmo attorno alla squadra“.
Gli appassionati e gli addetti ai lavori sono impressionati dal suo carattere e dalla sua personalità.
“Ci ho lavorato. Prima ero molto timido, se vogliamo anche un po’ impacciato. Ringrazio i miei compagni, perché mi hanno reso consapevole dei miei mezzi e mi hanno supportato nel comprendere come guidare al meglio le scelte“.
Il suo primo tifoso è Marco Vitelli.
“Lui è il primo con cui scommettiamo sciocchezze sul fatto del vincere certe partite. Ho conosciuto Marco molto meglio già dalla scorsa estate, quando sono stato con degli amici a Pescara al mare e subito dopo abbiamo iniziato la preparazione abbastanza in solitaria a Milano. Eravamo in pochi nelle prime settimane e io e lui abbiamo legato subito moltissimo. In realtà è una squadra che sta molto bene quando è assieme. Dai più giovani che quest’anno sono entrati a far parte del primo gruppo a un timidone come Ishikawa, ad esempio, si trovano bene con noi ed è davvero un gruppo affiatato“.
Non sappiamo come continuerà la stagione. Ma lei adesso un pensiero all’estate prossima lo ha fatto?
“A Parigi 2024? Chi non sogna le Olimpiadi per la propria carriera? È ancora presto per pensarci, c’è di mezzo un’altra estate della nazionale con le varie manifestazioni, un’altra stagione da giocare, e tanto tanto altro“.
Suo fratello Luca ha invece siglato una stagione da protagonista in A2. Si parla di un bel futuro anche per lui.
“Sono felicissimo per Luca. Se lo merita tanto. Non so dove giocherà nella prossima stagione, ma certo gli ho consigliato di giocare e godersela, come ha fatto quest’anno a Prata“.
di Roberto Zucca