Venerdì 19 maggio, alle 7:00 in punto, si accenderanno i riflettori sulla ventiduesima edizione della Beach Volley Marathon di Bibione. Per i neofiti sul tema, la “BVM” è l’evento sulla sabbia più importante del nostro paese. Osannato, criticato, ma sempre frequentato da tutto il mondo del beach volley e indoor, il torneo negli anni è riuscito a conquistarsi un pubblico che, difficilmente, nel nostro paese, appare in questo tipo di eventi.
Duecentocinquanta campi da gioco, duemilacinquecento squadre iscritte ed un montepremi finale diviso nelle varie categorie che sfiora i 90.000 euro. Per non parlare degli sponsor, all’interno dei quali si annoverano brand di qualsiasi settore e categoria. A coprire l’evento ci sarà Radio Deejay, e molte emittenti televisive locali e nazionali.
Un fenomeno imponente, forse un’importante “cartina tornasole” per tutto il movimento, una manifestazione che, da sola, ha sempre rivendicato una forte indipendenza e una macchina organizzativa imponente in grado di gestire un evento non lontano dagli eventi mondiali FIVB in termini di numeri.
Ciò detto, quello che appare bizzarro è un apparente ma voluto silenzio da parte della Federazione per la Marathon, che negli anni ha trasformato Bibione più in un competitor che in un fedele alleato.
Pochi giorni fa, ad esempio, è stato presentato il calendario della stagione del beach estivo, e per l’ennesimo anno, Bibione non appare tra le tappe scelte e volute dai vertici romani.
Una scelta? Una tattica? Certo è che se Bibione, con la BVM fosse incorporato tra le tappe, o fosse magari l’evento di apertura della stagione ufficiale, a giovarne non sarebbero certo gli organizzatori, bensì tutto il movimento, il quale con una spinta nazionale ed ufficiale potrebbe collocare il beach italiano fra gli eventi più seguiti di tutta Europa.
E se la macchina organizzativa veneta potesse supportare anche la nascente macchina burocratica della nuova LIBV (Lega Italiana Beach Volley), le idee o i contatti servirebbero a nutrire un movimento che mai come in questi momenti, in mancanza della gloriosa Gazzetta dello Sport che garantì stagioni estive da favola, è stato spesso al centro di polemiche da parte di atleti ed addetti ai lavori.
Dalle organizzazioni di entrambi, però, per ora nulla in questo senso appare essere all’orizzonte…
E la considerazione di una sacra alleanza, nata solo ed esclusivamente per il bene dei facenti parte di questo movimento, e non per gli interessi dei vertici o delle politiche di marketing federali, risulta essere solo un edulcorato ed illusorio esercizio di fantagiornalismo.