Di Redazione
Tutto vero, Perugia è campione del mondo per club. Primo titolo internazionale per la Sir non poteva essere più prestigioso, e più bello se si considera anche la finale tutta italiana contro Trento. I Block Devils sfoderano una prestazione meravigliosa tecnicamente e di grande cuore. Anastasi azzecca le mosse decisive dalla panchina inserendo Plotnytskyi, Herrera e Piccinelli per la ricezione. Decisivo il terzo set. Al punto di Flavio esplode la festa, con la squadra che non finisce più di cantare “Siam campioni del mondo”: dal campo al pullman sino anche al ristorante.
E il più felice di tutti non poteva che essere il presidente Gino Sirci che vent’anni fa questa avventura l’ha iniziata dalla Serie C e oggi ha portato questa società sul tetto del mondo: “Se ci penso mi vengono gli occhi lucidi. Questa storia significa che siamo persone di buona volontà, che se tu le vuoi certe cose poi le riesci a fare. Questo è uno dei giorni più belli della nostra vita perché ci siamo realizzati, siamo i Campioni del mondo. Fa un po’ effetto dirlo, perché il mondo è grande. Questa è anche la vittoria di una regione. La vittoria economica di una regione (riferendosi alla stragrande maggioranza degli sponsor che sostengono la squadra, ndr) piccola e laboriosa come l’Umbria che ora si identifica con lo sport della pallavolo. E non è poco”.
Tra gli artefici dell’impresa non può che esserci a pieno titolo anche coach Andrea Anastasi che, arrivato in estate, è già riuscito dove altri avevano fallito: “Se vuoi essere un grande club, devi passare per queste vittorie. Ce lo siamo detti tante volte negli ultimi giorni. Questa era la nostra prima finale e siamo riusciti a centrare l’obiettivo contro una Trento che ha giocato in modo straordinario. Abbiamo vinto per poco, il terzo set è stato decisivo. Una palla o due ci hanno dato l’energia per spingere poi nel quarto. Penso che sia storico per noi, per il club e per la città. Non vedo l’ora di tornare a Perugia per festeggiare”.
Un successo, numeri alla mano, arrivato per merito anche di una panchina lunga: “Tutti hanno dato il loro contributo in queste partite del mondiale, fa eccezione solo il povero Mengozzi, l’unico che non ha mai giocato perché, appena arrivato qui, è stato colpito da un attacco influenzale brutale. Questo è il nostro segreto, quello di trovare risorse anche dalla panchina”. Un grande traguardo raggiunto per Perugia, ma Anastasi ha ancora fame: “Il percorso è ancora lungo, non voglio farmi distrarre. Voglio essere felice, e lo sono, sono realizzato, ma non voglio farmi distrarre, il percorso è lungo – continua a ripetere – e abbiamo ancora tante partite importanti, a cominciare dal quarto di Coppa Italia”.
La parola a questo punto passa ai giocatori, a partire da Simone Giannelli, eletto Mvp e miglior palleggiatore del Mondiale: “Sono contento d’aver portato a Perugia qualcosa che ancora non c’era, lo volevamo tanto. È stato difficilissimo, contro Trento sappiamo che è sempre una battaglia. Quando si vince si dice sempre che è una vittoria di squadra, ma è realmente così. A Perugia stiamo costruendo una certa mentalità, delle belle relazioni tra di noi dicendoci anche le cose che non vanno bene, e questo può essere utile per il futuro. Bisogna continuare”.
Campione del mondo con la nazionale e ora anche con il club, un doppio titolo iridato di cui oltre a Giannelli si può fregiare anche Roberto Russo: “Vincere è sempre bello, sono contento davvero per la squadra, non abbiamo mai mollato. Siamo stati bravi soprattutto nel terzo set, quando eravamo sotto e poi abbiamo rimontato. Faccio i miei complimenti anche a Trento”.
Infine Massimo Colaci: “Una grande emozione, difficile trovare anche le parole perché è un titolo importante arrivato dopo tanta sofferenza. Abbiamo davvero giocato una partita intensa con mille difficoltà e poi alla fine l’abbiamo portata a casa. Questa emozione l’avevo provata ormai tanti tanti anni fa e sognavo di riprovarla, sono strafelice per tutti noi. La partita? La pallavolo moderna ormai dipende dalla battuta. All’inizio abbiamo battuto male e abbiamo perso, poi abbiamo battuto meglio e abbiamo vinto, poi Michieletto ci ha messo in difficoltà e di nuovo tutto è tornato in bilico. Onore a Trento perché è stato un grande avversario e lo sarà per tutto il resto della stagione”. Infine una battuta sull’ennesima medaglia messa al collo: “A 37 anni ancora qualcosa riesco a portarla a casa – sorride –. Anche se hai fatto tanto in carriera, bisogna sempre dimostrare di poter competere ancora a questi livelli e sto cercando di farlo nel migliore dei modi”.
(fonte: Youtube Sir Safety Perugia)