Di Redazione
Un’annata straordinaria, che ha portato in bacheca una Coppa Italia e un campionato di Serie A3. Ma non solo. Per il Volley Prata sono arrivati altri traguardi, forse meno visibili rispetto a quelli agonistici, ma parimenti importanti ed in qualche modo complementari. A gestire questa transizione, che ha portato il club a fare un vero e proprio salto di qualità organizzativo, reso possibile grazie alla solidità economica della società e al grande coinvolgimento di molte persone, è stato chiamato dieci mesi fa, nel ruolo di Direttore Generale, Dario Sanna.
La sua prima mossa è stata quella rivoluzionare una parte del PalaPrata. Al primo piano della struttura, oltre ad una moderna sala pesi, è stata creata la sede societaria, un open space brandizzato nel quale parte sportiva e parte dirigenziale lavorano fianco a fianco. Oltre alla preparazione degli allenamenti, il locale è predisposto per ospitare colloqui con i giocatori, momenti conviviali e anche lo svolgimento delle sedute di analisi video sulle squadre avversarie. Questo è stato il vero “nido” nel quale i Passerotti hanno costruito il proprio successo. E qui Sanna, da instancabile lavoratore, ha iniziato a portare il mondo gialloblù in un’altra dimensione con tre parole chiave: chiarezza dei ruoli, tempestività e lavoro.
“Il bilancio della stagione? E’ ovviamente più che positivo e contro ogni previsione – racconta ai microfoni della società – sapevo di arrivare in una società importante, che tanto bene aveva fatto anche negli anni passati e che in Friuli e nel Nordest è un vero e proprio punto di riferimento per la pallavolo maschile. Le basi di partenza, quindi, erano ottime. Il mio ingresso serviva per dirigere un club già impostato. Pensavamo di toglierci delle soddisfazioni, di far crescere i giovani, assieme al dietro le quinte della società, ma sicuramente non immaginavamo di partecipare a tre finali e vincerne due. “
Al di là dei risultati agonistici c’è qualcos’altro che ti rende particolarmente orgoglioso?
“La cosa che mi gratifica di più è l’aver potuto far andare la parte tecnica e sportiva in contemporanea a quella organizzativa. Mi spiego meglio. Il lato organizzativo non ha rincorso i risultati e le esigenze sportive, ma c’è stata una crescita che è andata di pari passo, tant’è che i risultati di una possono ascriversi anche ai meriti dell’altra e viceversa. Lavorare assieme, a stretto contatto, avendo un luogo unico nel quale si potessero svolgere entrambe le cose, permetteva che tutto fosse contestuale e che ci fosse uno scambio continuo e facilitato di idee tra lo staff tecnico, la direzione sportiva, quella generale e lo staff della comunicazione. Molto spesso dentro le società ci si rincorre: talvolta è la parte dirigenziale a predominare, altre volte è quella sportiva a dettare la linea e magari è l’organizzazione ad essere precaria. La cosa bella che abbiamo fatto in questa annata, e un direttore non può che esserne orgoglioso, è stato far crescere tutte le parti in causa in maniera naturale e contemporanea senza che una andasse a scapito dell’altra. E il gran lavoro di tutte le componenti confluiva nel fine settimana in quella che era la parte principale ovvero la gara. All’inizio non è stato facile, ma dopo una ventina di giorni di rodaggio abbiamo iniziato a correre, ma non con frenesia e facendo le cose male. Abbiamo dedicato tanto tempo ed energia dalla scrivania così come facevano in palestra i ragazzi e lo staff tecnico nella preparazione di gare ed allenamenti. E non dimentico neanche la tifoseria che è cresciuta e si è strutturata. E la vittoria della Coppa ci ha dato energia supplementare perché ha dato consapevolezza a tutti che questo genere di lavoro fosse molto redditizio”.
Dal lato personale com’è stato il tuo impatto con Prata?
“Quando ho firmato a maggio avevo già frequentato il PalaPrata da avversario, riconoscendo calore e potenzialità immense. Chiunque faccia il mio lavoro sogna di poterlo fare in un ambiente stimolante e ben organizzato come questo. Conoscendo, poi, la dirigenza ho ricevuto ulteriori conferme delle mie sensazioni iniziali. L’inserimento in genere ha le sue prime difficoltà, ma sapevo che la cittadina sarebbe stata accogliente e mi sono subito ambientato. Percepisco la stima di amministrazione comunale, sponsor, tifosi, commercianti e di tutti coloro che gravitano attorno all’universo gialloblù e vogliono bene a questa società. Questo si percepisce anche camminando come una persona comune in città.”
Adesso si alza l’asticella. Cosa è necessario fare?
“La nostra A2 è inziata due mesi fa dopo la vittoria della Coppa Italia. Per farsi trovare pronti ad un obiettivo importante bisogna iniziare a lavorare per tempo. Sapevo che se avessimo ottenuto una promozione avremo avuto il tempo contato e in questo senso abbiamo iniziato a muoverci con le prime riconferme di giocatori e staff tecnico, in modo da poterci concentrare bene nel periodo successivo senza disperdere energie su mille obiettivi. Abbiamo già una buona base di partenza, la nostra comunicazione è di qualità e ottiene consensi. Sicuramente ci saranno anche belle novità che riguarderanno il PalaPrata e che sveleremo dopo l’estate. L’asticella si alza, ma siamo consapevoli di averci lavorato con il giusto anticipo. Ovviamente siamo una delle migliori 14 squadre italiane di categoria e quest’anno la A2 si prospetta ricca di grandi nomi ed impegnativa più che mai. Sarà necessario avere giocatori di un certo tipo, coinvolgere ancora più sponsor e partner e proseguire il lavoro fatto, migliorandolo, ma anche sapendo che la base è più che buona, anche perché gli sforzi erano fatti anche in previsione di un successo. Non è un caso, non è fortuna. E’ la conseguenza di aver creduto ad un obiettivo e aver lavorato tanto per raggiungerlo, mettendo anche in campo determinate competenze. Credo che ci potremo adattare in maniera abbastanza veloce alla nuova categoria, sia in campo che a livello organizzativo e dirigenziale, perché tante cose che la nuova serie richiede eravamo già abituati a farle.”
Le tue aspettative per la prossima stagione?
“Spero riusciremo a fare un volley mercato importante e che tutto il bagaglio di entusiasmo ed esperienza di quest’anno dia solidità al nostro lavoro soprattutto nella prima parte della stagione. Personalmente parteciperò in maniera ancora più fattiva nel settore giovanile. E’ infatti fondamentale curarlo ancora meglio per dare respiro alla prima squadra, facendo salire i migliori prospetti. Credo poi che i successi giovanili, e con successi intendo posizionarsi tra le prime 5-6 formazioni d’Italia abbiano pari dignità di quelli ottenuti in Serie A. Ultimo, ma non meno importante, poter inserire sempre nuove persone nel nostro gruppo di lavoro, per renderlo ancora più importante e coeso e poter presentare sempre cose nuove ed interessanti”
(fonte: comunicato stampa)