Julio Velasco non finisce mai di sorprendere e ogni volta che dà sfogo alla sua sconfinata saggezza si finisce sempre col dargli ragione. Anche quando, come in occasione degli Stati Generali della Pallavolo dello scorso 14 dicembre, si presenta davanti ai giornalisti ed esclama: “Ora basta parlare di questa medaglia d’oro olimpica”.
Ma come, proprio lui che l’ha inseguita per tutta la vita ci chiede di non parlarne più? “Ci deve essere un punto finale. Ci deve essere un momento, che potrebbe essere gennaio o l’inizio dei playoff, in cui bisogna dire basta. È passata. L’oro delle Olimpiadi è passato. Fine”.
BISOGNA CHIUDERE, BASTA! “Le giocatrici devono pensare a giocare bene con i club, la maggior parte a fare bene i playoff, finire bene la regular season ma soprattutto i playoff, e lì devono chiudere. Bisogna chiudere, basta. Questo sarà un tema anche in nazionale, perché poi bisognerà dire basta a certi inviti, dire no a parlare dell’oro olimpico”.
L’APPELLO ALLA STAMPA “Io chiedo la collaborazione della stampa, perché a volte i singoli giornalisti non hanno idea di quanto incidono nella mentalità dei giocatori. Non è che lo fanno per cattiveria, lo fanno perché loro devono fare il loro lavoro, l’Olimpiade sempre richiama l’attenzione della gente e quindi ne parliamo continuamente”.
ABBANDONIAMO IL QUI E ORA? “Il sistema nervoso funziona in una certa maniera. Il Qui e Ora, di cui tanto si parla, è anche quello. Ora. Il passato è passato. Stiamo qua e ora. Se continuiamo a parlare troppo tempo dell’oro olimpico non è più Qui e Ora. E che facciamo, che quello che ci ha fatto vincere lo abbandoniamo?”.
Ragionamento che non fa una piega. Per quanto ci riguarda, il primo dell’anno nuovo abbiamo voluto chiudere questo cerchio, mettere un punto come chiesto da Velasco, con una immagine simbolo e il racconto completo di quell’11 agosto 2024. Una giornata che sicuramente diventerà un anniversario fisso negli anni a venire, ma è arrivato anche il momento di guardare avanti. Elaborare la vittoria e fare spazio nello stomaco per nuovi appetiti.
L’ATTENZIONE SU CERTI… INESTETISMI – Elaborare una vittoria di questa portata, però, significa anche smettere di guardare quanto luccica questa medaglia e tornare in palestra facendo i conti con quei piccoli inestetismi che un torneo dominato, con un solo set perso, ha ben nascosto agli occhi di tutti, ma non a quelli di Velasco. “Noi non abbiamo fatto tutto bene eh? Anche se abbiamo vinto, ci sono cose che non abbiamo fatto bene bene… E ce ne sono altre in cui, lo vedo adesso nei club, siamo tornati un po’ indietro. Per esempio il pancake in difesa, il mettere la mano per terra. Si perdono palloni perché non si fa la rullata scivolata. Questo solo per fare un esempio. Quando torneremo in palestra voglio vedere chi farà la rullata scivolata, che ci permette di andare più lontano, e chi continuerà a mettere la manina sotto la palla, e da lì si vedrà…”. Come diceva Nonno Libero, alias Lino Banfi in Un medico in famiglia, una parola è troppa e due sono poche…
Di Giuliano Bindoni