Di Redazione
Finirà mercoledì la quarantena volontaria della Powervolley Milano per l’emergenza coronavirus. Una situazione surreale raccontata oggi a Il Giorno Sport dall’alzatore meneghino Riccardo Sbertoli.
«Meglio un mese di collegiale che uno di quarantena», l’ammissione, tra il serio e lo scherzoso del classe ’98.
Sbertoli, come passa queste lunghe giornate senza sport? «Al mattino studio, al pomeriggio faccio esercizi per tenermi in forma. E la sera mi guardo un film con la mia famiglia».
Qual è l’ultima cosa che ha fatto prima della quarantena? «Ho aiutato mio padre e mio zio a svuotare una casa che era di mia nonna. E poi la sera sono andato a cena con amici. Ricordo bene, era venerdì 6 marzo»
I compagni di squadra? «Rimaniamo sempre in contatto, stiamo sviluppando molto le chiamate video con le classiche piattaforme. Mercoledì abbiamo anche inscenato una sorta di aperitivo web. Per un attimo pensi di essere tutti insieme».
Di certo mantenere alta la tensione agonistica è complesso. «Difficile direi, se non impossibile. La gente pensa prima alla salute sua e dei propri cari, è difficile in questo momento pensare allo sport. Non sapendo oltretutto se e quando riprenderà il campionato».
Ma lei cosa si aspetta? «Spero che il campionato riprenda, ma non ci credo molto».
E le Olimpiadi? «In Giappone dicono che non è pensabile annullarle, ma c’è anche chi dice che potrebbero slittare di un anno. Questa seconda ipotesi mi sembra molto difficile perché dovrebbero slittare di un anno tutte competizioni delle altre federazioni. E la pallavolo, l’anno prossimo, avrebbe anche gli Europei, sarebbe una super estate».
Guardiamo i lati positivi, per lei si avvicina il rinnovo di contratto con la Powervolley Milano. «Starò altri due anni qui, sono contento. Speriamo di continuare a crescere, io ci credo. Per me saranno il sesto e settimo anno a Milano, una squadra dove sto molto bene».