L’appellativo di “Mister Finalissima” potrebbe calzargli a pennello. Alla terza finale dei Play Off Promozione consecutiva (le altre due con Taranto e Reggio Emilia, nel 2021 e nel 2022 si è preso anche il lusso di vincerle), Roberto Cominetti si ripresenta ai nastri di partenza con la Agnelli Tipiesse Bergamo, esattamente come ogni anno. Ossia con quel suo approccio così determinato, così lucido, che lo rende uno dei giocatori più esperti e talentuosi del campionato:
“Siamo riusciti nell’impresa di vincere la semifinale contro una fortissima Cantù, che ha giocato con costanza per tutto il campionato. È un sogno poter essere ancora qui sia in un anno così difficile, sia in una finale così incredibile. Tentarci non costa niente“.
Sulla strada c’è una Tonno Callipo Vibo Valentia agguerritissima.
“Sulla carta sono la squadra più forte, ma avranno, diversamente da noi, più la pressione di dover vincere, perché sono stati costruiti per tornare in Superlega. Ho detto ai ragazzi che noi dobbiamo continuare a sognare e soprattutto che presentarsi alle tre, quattro o cinque partite pensando di godersi semplicemente l’esserci arrivati non mi piace. La mentalità del perdente che si accontenta di esserci non fa parte del mio essere“.
Vedere Bergamo in finale un po’ stupisce?
“Abbiamo giocato un campionato e trascorso una stagione sulle montagne russe. Mi creda, non è stato semplice vivere alcuni momenti. Anche perché è capitato di riprendere la scia positiva e sprofondare una seconda volta nel baratro. In alcuni momenti è sembrata una crisi senza fine. La reazione è quella di un gruppo che ha saputo reagire e che si è regalata un premio, ossia arrivare in fondo. Ora bisogna continuare a combattere“.
Possiamo dire che l’arrivo di Morato come primo allenatore è stato un punto di svolta?
“Con Daniele abbiamo lavorato sul presente, sull’immediatezza, sul set da vincere. Abbiamo cominciato a pensare a quanto fosse vincere il punto, il set e la partita, smettendo di fare i conti rispetto all’obiettivo playoff e ai piazzamenti. Questo è il lavoro che abbiamo condotto e ci ha portato dove siamo oggi“.
Qualche settimana fa il presidente Agnelli ha parlato di questione palazzetto. Qualcuno ha messo in giro le voci di un titolo promesso. Mettiamo in ordine i pezzi, Cominetti.
“Voglio dirle che tutto può succedere e che noi siamo guidati da questo. Ossia da un problema, che è vero e tangibile, cioè quello del palazzetto, ma che niente è stato deciso. Siamo in gara, siamo in corsa, e le cose possono davvero cambiare. Voglio anche dirle che rivedere la città di Bergamo riempire il palazzetto per la semifinale è stato un risultato che ha riempito il cuore di tutti, compreso quello del Presidente. Siamo tornati a rivedere 2500 persone al palazzetto, più o meno, e trovare quel pubblico delle grandi occasioni che apparteneva alla Foppapedretti. Quindi ciò che sono voci che si sentono, e che provengono da fuori, non sono rilevanti. Noi siamo in finale. È questa la certezza emersa mercoledì contro Cantù“.
So che a Bergamo ha comprato casa. Del futuro c’è un’altra cosa certa: capitan Cominetti si è laureato.
“In Scienze e Tecniche delle Attività Preventive Adattate. Con 110 e lode! Sono orgoglioso naturalmente, e penso che la votazione dipenda anche dal fatto che in Cattolica lo sforzo di noi atleti professionisti venga realmente apprezzato. Bergamo sarà casa mia, sì, ed è bellissimo essere qui. Del futuro posso dirle solo che tra tanti anni vorrò rimanere nel mondo dello sport, visto anche il percorso di studi. Questa è l’unica certezza. Il resto lo costruirò strada facendo“.
di Roberto Zucca
