Di Redazione
Al suo terzo campionato con la maglia dell’Imoco Volley Conegliano, Robin De Kruijf è pronta a giocare i suoi primi Playoff Scudetto con gli infortuni che l’avevano tenuta lontana dal campo nelle passate stagioni. Nella bella intervista realizzata da “La Tribuna di Treviso” la centrale olandese parla di se, della squadra, delle vittorie, dei record personali e tanto altro..
The “queen” Robin De Kruijf, centrale olandese dell’Imoco, sta per disputare il suo primo playoff in maglia gialloblù, dopo aver vinto lo scudetto nel 2014 a Piacenza. «Colpa degli infortuni», racconta prima dell’allenamento, con ancora un po’ di stanchezza addosso per la gara di martedì, «Ad un tendine d’Achille due anni e ad un ginocchio l’anno scorso, ma sono cose che fanno parte della vita di noi atleti. Spero di contribuire ad arrivare fino in fondo».
Robin parla ormai un discreto italiano, anche se per alcuni concetti preferisce ancora usare l’inglese: ma il suo vero linguaggio è quello della pallavolo. Per 16 volte da quando è a Conegliano è stata la top scorer della partita, il suo record è di 25 punti contro Modena, nella Champions League 2017. «Me la ricordo quella gara, anche se quello non è il mio record personale, perché in altre squadre ho fatto anche punteggi superiori».
In più detiene il record assoluto di muri in una singola gara per una giocatrice dell’Imoco (12, sempre contro Modena l’anno scorso in regular season). «Non lo sapevo, credo che anche Rapha Folie nella sua carriera ne abbia fatti altrettanti una volta».
Tra le pantere è una di quelle con maggiore esperienza internazionale: ha giocato 9 Champions League negli ultimi 10 anni (Amstelveen, Dresda, Piacenza, Vakifbank e Conegliano), ma non ha mai vinto. .. «Speriamo di cominciare quest’anno! Di tutte mi ricordo meglio la sconfitta in finale tre anni fa contro Casalmaggiore, dove giocava Valentina Tirozzi; a pensarci ancora mi fa male. Tra di noi l’hanno vinta solo lei e Kimberly Hill nel 2017, vorremmo aggiungerci alla lista. Anche le ultime due Final Four con Conegliano non le ho potute giocare e abbiamo sfiorato il trofeo. Difficile, ma ci proviamo».
Perché avete battuto il Fenerbahce per 3-0? «Loro non hanno fatto una bella partita. Noi abbiamo iniziato con tanta energia e coraggio e soprattutto divertendoci: quando ci divertiamo a giocare viene tutto più facile e penso si vedesse anche dalle facce. Questa squadra è speciale proprio per questo».
Preferisce il pallone europeo Mikasa o il Molten che si usa in Italia? «Il Mikasa, perché è più flottante e dà più soddisfazione quando lo schiacci, il Molten invece è un po’ più “duro”; ma basta riabituarsi con gli allenamenti».
Che differenze tra campionato italiano e turco? «In Turchia, o meglio ad Istanbul, ci sono sempre tre o quattro squadre che dominano, anche a livello internazionale; qui è tutto più equilibrato, perché anche le ultime in classifica possono mettere in difficoltà i top team, come è successo a noi con Brescia».
E tra Italia e Turchia? Cibo e poi? «Sono mondi completamente diversi. Istanbul è una grande città, di cui mi mancano un po’ i luoghi di divertimento, ma è stressante; Conegliano è più rilassante e confortevole e si può andare a al supermercato senza problemi».
Meglio cucinare o mangiare? «Senza dubbio mangiare: non ho pazienza per stare ai fornelli. Tutte le italiane sanno cucinare bene, soprattutto Valentina, Moki e Samanta».
Un altro confronto: Giovanni Guidetti e Daniele Santarelli? «Giovanni sicuramente ha più esperienza, Daniele credo sia l’unico in grado di gestire una squadra come la nostra, con tante personalità diverse e un pizzico di follia».