Samuele Papi: “Lube, con De Giorgi approccio differente. Io allenatore? Ora penso all’Italia ma mai dire mai”

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Di Redazione

Manca poco al primo appuntamento importante del 2019 per la Superlega. Questo weekend, infatti, andrà in scena la Final Four di Coppa Italia, con la Cucine Lube Civitanova pronta a fare fuoco e fiamme per “accaparrarsi” l’ambito trofeo. Una Lube in grande forma che ha cambiato letteralmente marcia dai quarti di Finale contro Monza, come dichiarato da Samuele Papi, intervistato da Andrea Scoppa, giornalista de “Il Resto del Carlino Macerata“:

“In questo momento si sta vedendo la vera Lube. I quarti di finale con Monza possono avere inciso molto. Quando riesci a vincere una partita così, acquisti tanta autostima e la fiducia può essere il valore aggiunto in previsione della Final Four”.

Con De Giorgi si nota più intensità difensiva e maggiore efficacia a muro, lei cos’altro ha notato? «Un differente approccio in battuta. Vedo che i giocatori adesso iniziano senza forzare e pian piano si scaldano».

Civitanova-Trento profuma di rivincita per entrambe. Ai gialloblù è costata il primato in classifica, ai biancorossi però un mondiale: motivazioni extra? «Credo che bastino e avanzino quelle della Coppa Italia, perché è il secondo trofeo nazionale più importante».

Da marchigiano simpatizzerà per la Lube o per il fanese Lorenzetti? «Diciamo un salomonico 50 e 50».

I giocatori ago della bilancia possono essere da una parte Kovacevic e dall’altra il rientrante Juantorena? «Sono d’accordo. Osmany è cruciale per la Lube, quando gioca bene tutti lo seguono. Per Trento indicherai entrambi gli schiacciatori Kovacevic e Russell. Poi hanno Grebennikov, che è in assoluto il giocatore della SuperLega che più mi incanta, gioca con grande facilità».

Balaso però lo sta sostituendo bene. «Vero, con lui e Colaci l’Italia è a posto per anni nel ruolo di libero».

A proposito di nazionale, in cosa consiste il nuovo incarico avuto? «Fungerò da dirigente accompagnatore, sarò a contatto con coach Blengini e i giocatori. Sono entusiasta, a me la nazionale ha dato tanto, sono onorato che la federazione mi abbia chiamato».

Sono proprio le Marche l’Italia della pallavolo. «Sì, ci siamo alla grande tra squadre, giocatori e soprattutto tecnici».

E Papi non diventerà allenatore? «Vediamo, mi manca il terzo grado, l’ultimo step per stare su una panchina di SuperLega. Ora penso all’Italia ma mai dire mai».

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