Di Redazione
Simone Anzani racconta, al Corriere Adriatico Macerata, i retroscena del trionfo bolognese.
Il centrale italiano, arrivato solamente ad inizio stagione nella società cuciniera, ha già festeggiato un Mondiale per club e una Coppa Italia.
Un bel bottino al suo primo anno alla Lube. Anzani, come si sente? «Bene e felice. Abbiamo fatto qualcosa di bellissimo ma siamo ancora vogliosi di andare a conquistare anche gli altri due trofei in palio».
Che Lube è stata a Bologna, nella due giorni di coppa Italia? «Una Lube che ha preso un grande spavento nella semifinale vinta in rimonta contro Trento. In un attimo ci siamo trovati 0-2 con i nostri avversari che ci stavano mettendo in difficoltà. Abbiamo perso un po’ di sicurezza ma siamo stati bravi a ripartire ed a vincere. Dopo aver visto all’opera Perugia con Modena, nell’altra semifinale, abbiamo capito che sarebbe stata una finale tosta, ma volevamo riportare la coppa a Civitanova».
Dal campo che finale è stata? «Una partita bellissima, risolta da alcuni dettagli. Dopo un primo set in cui “l’alieno” , ha scavato il break con il servizio, dal secondo in poi è stata una bellissima gara e l’aver conquistato la coppa in quella maniera, sinceramente non eravamo tutti al top, ci ha trasmesso segnali positivi».
Che Lube esce da Bologna? «Una Lube che ha ancor più sicurezze. Che di essere una squadra difficile da sconfiggere perchè non molla mai, che anche quando ci sono momenti di tensione rimane sempre concentrata». Una squadra che sa di poter contare anche sull’apporto delle cosiddette seconde linee.
È questa la vostra forza? «Non è corretto chiamare giocatore di Lube due, o seconda squadra, chi ha meno possibilità di giocare. Siamo quattordici elementi fortissimi. Ognuno si allena per quando arriverà il proprio momento. Per questo anche chi sta in panchina non perde mai la concentrazione. Ognuno conosce il proprio ruolo e dimostra il proprio valore quando viene chiamato in causa. L’importante è il risultato collettivo. Logicamente i risultati della partita passano dal lavoro che facciamo durante gli allenamenti. Anche l’anno che stavo a Perugia eravamo una squadra forte ma questa Lube ha qualcosa in più».
Chi è il suo compagno di stanza? Vi siete detti qualcosa di particolare prima della finale? «Sto con il capitano. Penso che si possa svelare la frase che mi ha detto nel pomeriggio Juantorena: questa partita non la possiamo perdere. Dopo una decina di minuti di gioco ho capito perchè. Osmany è il più grande nel suo ruolo».
L’abbiamo visto uscire per qualche problemino, anche se ha stampato due muratone a Leon. Come sta? «Faremo un ecografia per vedere cosa è successo al mio polpaccio. Niente di particolare, comunque. E poi Diamantini ha giocato una partita eccezionale. Sono molto contento per lui, ma tutti abbiamo dato il nostro contributo».