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Simone Porro si racconta: “Il segreto mio e dei miei fratelli? Due genitori fantastici”

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Il quadro è ufficialmente completo. Dopo Paolo e Luca, presentissimi nella pallavolo di Superlega e nell’immaginario collettivo come la coppia dell’anno che si è sfidata nei due celeberrimi scontri tra Powervolley Milano e Kioene Padova, è la volta di giocare l’asso. Ed ecco palesarsi Simone Porro, classe 2007, terzo splendido fratello Porro, che la Conad Reggio Emilia ha scelto per vegliare sulla regia di una squadra che nella prossima A2 potrebbe rappresentare sia la sorpresa che l’essere sorprendente.

“Ho avuto diverse proposte, ma quella di Reggio Emilia è stata quella più interessante. La società mi ha esposto il progetto e mi è sembrato il percorso giusto da scegliere per la stagione. La volontà di poter essere un elemento centrale per la regia in A2 mi stimola moltissimo e sono certo di entrare a far parte di una squadra in cui riuscirò a lavorare con serenità”.

foto Instagram @simoneeporroo

Diciassette anni e una certezza, ossia l’essere il più giovane del trio dei fratelli Porro. Siete la famiglia più famosa del volley. Se vogliamo una storia romanzata.

“Non credo ci siano altre famiglie come la nostra, forse gli Esposito nel calcio, nella quale tutti e tre praticando lo stesso sport, si giocano delle cose come quelle a cui aspiriamo sia io che Paolo e Luca. Lei intende questo per storia romanzabile?”

Intendo che tutti e tre siete arrivati solo per l’estrema passione e per l’assenza di pressioni.

“Abbiamo scelto questo sport per la passione, è vero e per l’appartenenza che abbiamo percepito sin dai primi allenamenti. Io facevo nuoto da piccolo e mi è sempre piaciuto il calcio, tranne che per il contatto fisico. Ho giocato poi a tennis fino a pochi anni fa e poi il volley è arrivato naturalmente. A casa si respira e si è sempre respirata un’aria pulita. Abbiamo sempre avuto l’ambizione di alzare l’asticella, ma mai la pressione per farlo”.

Luca Porro Paolo Porro Pallavolo Padova Allianz Milano
Foto Pallavolo Padova

Una famiglia che appare solida e unita. Fa specie vedervi gli uni alle partite degli altri. Una sorta di tribù nomade fantastica.

“Mamma e papà viaggiano e macinano parecchi chilometri per noi. Per assurdo quest’anno è l’anno in cui io in linea d’aria sono più vicino a Genova e siamo tutti equidistanti tra di noi”.

Per cosa ringrazierebbe mamma e papà?

“Per le persone che hanno saputo essere. Io ho vissuto a Treviso dalla fine delle scuole medie. È stato difficile cambiare amici, città, allontanarsi dal contesto famigliare. Mamma è stata spesso con me e papà per lavoro visto che viaggiava tanto, si fermava qualche notte a settimana a Treviso. È ovvio che quando una famiglia vede così tanta passione nei propri figli, si sacrifica volentieri. Nel nostro caso, sommando le tre vite e le tre carriere, c’è una passione che sovrasta tutto. Ma ci sono due genitori fantastici che hanno fatto sì che ognuno facesse la propria strada non trascurando nessuno”.

foto Instagram @simoneeporroo

Regista creativo. Posso dirle che mi sembra che a lei venga bene qualsiasi cosa nel volley?

“(ride n.d.r.) Da piccolo mi piaceva più attaccare. Mi piaceva tanto fare punto. Mi sento, devo essere onesto, ancora un pochino attaccante nelle caratteristiche. Anche se di uno sport dove il gioco di squadra è la cosa che apprezzo di più, mi piace molto il potere decisionale del regista nello smistare i palloni”.

Tra qualche anno fantasticherebbe un cambio ruolo alla Abdel Aziz?

“(ride n.d.r.) Chi lo sa!”

A Reggio Emilia che obiettivi si pone?

“Vorrei trovare una continuità, affacciandomi in un campionato per la prima volta che è tosto e combattuto. Devo fare un percorso serio, migliorarmi ogni giorno e devo affrontare ogni weekend come un’occasione di crescita professionale”.

Foto CEV

Ritroverà un amico di famiglia a Ravenna.

“Riccardo Copelli. Sarà divertente! Sarà un anno in cui non vedo l’ora di giocarmela con i più forti. Ci sono tante squadre che stanno creando dei bei roster”.

Cosa lascia a Treviso? Una persona come Lorenzo Maggio.

“Un’esperienza che mi ha regalato tanto. Ho capito le dinamiche utili della vita e di quelle legate alla pallavolo. È stato un percorso partito da lontano. Venendo a Lorenzo, che è stato lo scoutman di Treviso, per me è stato un insegnante in grado di trasmettermi tantissimo. Mancherà molto”.

Si sente una scommessa come l’hanno definita molti?

“A livello tecnico direi di sì perché sono qui con l’umiltà di mettermi a disposizione. A livello umano, penso già di poter essere di più perché anche a Reggio Emilia volevano un profilo come il mio. Sono uno capace di investire sull’aspetto umano del gruppo”.

foto Roberta Marchelli

Cosa si ricorda del Simone Porro campione d’Italia di beach con Argilagos?

“Ricordo un mondo che mi manca molto. Un ambiente di spensieratezza estivo in cui non hai alcuna pressione. E anche di Bryan ho un bellissimo ricordo”.

Intervista di Roberto Zucca

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