Di Alessandro Garotta
Con il volley fermo da quasi tre mesi diventa difficile valutare i progressi e la crescita dei talenti in rampa di lancio; tuttavia, per molti di loro è stata comunque una stagione importante. Come nel caso di Sofia Monza, uno dei nomi più ricorrenti tra gli addetti ai lavori se consideriamo i tanti successi e riconoscimenti ottenuti nel corso della sua giovane carriera: dalla vittoria nel Trofeo delle Regioni alla medaglia d’oro negli Europei Under 16 con la nazionale, senza dimenticare l’argento ai Mondiali Under 18 della scorsa estate.
Cresciuta nel settore giovanile della UYBA, questa palleggiatrice – classe 2002 – ha vissuto nella stagione 2019-2020 la sua prima esperienza in Serie A con il Club Italia, dove è stata capace di condensare giocate sorprendenti con una naturalezza e una personalità folgoranti, e generare una sensazione di ammirazione diffusa per le sue qualità: eleganza nei movimenti, rapidità di esecuzione ed efficacia nelle alzate in qualsiasi situazione. Insomma, Monza – che si è raccontata ai microfoni di Volley NEWS – sembra avere davvero tutte le carte in regola per recitare un ruolo da assoluta protagonista nella pallavolo italiana del futuro.
Sofia, partiamo da una domanda semplice. Quando ha scoperto il suo talento per la pallavolo?
“L’ho scoperto da piccolina, quando andavo a vedere le partite di mia sorella Benedetta e ad ogni time-out mi mettevo a palleggiare contro il muro. Da lì è nata la mia passione che anno dopo anno diventa sempre più forte”.
Come ha iniziato a giocare da palleggiatrice? E cosa le piace di più del suo ruolo?
“Quando sono arrivata a Busto Arsizio, l’allenatore dell’Under 14 (Matteo Lucchini, n.d.r.) mi ha indirizzata verso questo ruolo dal momento che nelle categorie inferiori non c’era la distinzione dei compiti. Credo che nessuno abbia un ruolo più catalizzante del palleggiatore, che è coinvolto in tutte le azioni e decide la strategia da mettere in atto: la riuscita del punto, del gioco di squadra e della vittoria dipende da lui. Quindi, è anche una grande responsabilità”.
Ha un modello a cui si ispira o un idolo da cui cerca di rubare qualche segreto?
“Seguo molto la Serie A1 femminile e la Superlega maschile, e cerco di prendere il meglio da tutti i palleggiatori di cui mi capita di vedere le partite. In particolare, mi piacciono molto Bruno, Wolosz e Ognjenovic: sono giocatori che mi lasciano sempre senza parole per la loro straordinarietà e il loro modo di interpretare questo ruolo”.
Quali sono i suoi punti di forza? E dove crede di poter migliorare?
“Sono molto giovane e credo di avere ampi margini di miglioramento in tutti gli aspetti del gioco, a partire dalla battuta. Con l’esperienza dovrò anche cercare di affinare la capacità di fare la giusta scelta tattica e mettere le attaccanti nelle migliori condizioni per fare punto. Invece, una delle mie qualità più importanti è la rapidità, che mi aiuta sia quando devo alzare sia quando devo difendere”.
Prima il Trofeo delle Regioni, poi il titolo europeo Under 16 e infine l’argento ai Mondiali Under 18. Cosa si porta dietro da queste esperienze?
“Sono state esperienze fantastiche che ricorderò per sempre, i momenti più belli che ho vissuto da quando gioco. Mi hanno aiutato a crescere e regalato emozioni indimenticabili”.
Quest’anno il passaggio in Serie A2 con il Club Italia. Come si è trovata e qual è il bilancio della vostra stagione, fino a quando si è giocato?
“Il bilancio è positivo e devo dire che mi sono trovata davvero bene sia con lo staff che con le compagne. Nella prima parte di stagione abbiamo attraversato un periodo di grande forma in cui siamo riuscite a raggiungere livelli di gioco molto alti. Rimane un po’ il rammarico per le ultime partite perché non siamo riuscite a dare il massimo”.
Nonostante la chiusura anticipata del campionato, il vostro lavoro non si è mai interrotto.
“Abbiamo lavorato con il nostro staff fino a sabato scorso, sia individualmente sia in gruppo, con sessioni pratiche e teoriche via Zoom o WhatsApp. Pur non potendo allenarci in palestra, abbiamo fatto in modo che queste settimane potessero esserci utili”.
Qual è la differenza fondamentale tra la vita in un club come la UYBA e quella del Club Italia?
“La differenza fondamentale credo che risieda nel fatto di essere lontani da casa e di vivere insieme alle tue compagne 24 ore su 24: al Club Italia ci sono tanti momenti di unione e condivisione. Questa caratteristica totalizza le giornate sia per quanto riguarda lo studio sia per la pallavolo. Invece, quando giocavo a Busto Arsizio tornavo a casa ogni sera”.
Quali sono i suoi sogni nel cassetto per il futuro?
“Fin da piccola, i miei grandi sogni sono sempre stati di partecipare alle Olimpiadi e giocare in Serie A1. Per questo cerco di migliorare giorno dopo giorno”.