Foto Radomka Radom

Srna Markovic riparte dal Radomka: “Qui c’è tutto quello che cercavo”

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Di Alessandro Garotta

Le esperienze fortificano, sempre. Anche quando si ha la sensazione che il percorso stia patendo un momento di rallentamento, contestualmente le spalle si allargano e la mente piccona le difficoltà del periodo per permetterci di ripartire con nuova linfa. Come in ogni ambito della vita, il volley chiede educatamente il permesso di essere coinvolto perché non fa eccezione. 

Calza a pennello in questo discorso la volontà di scalare montagne e compensare la fatica di un periodo con il panorama di un successo. Srna Markovic ha vissuto tanti frammenti soleggiati e qualche recente parentesi nebulosa in una carriera che, a venticinque anni, ha tanto da raccontare ma altrettanto da scrivere. Ripartita dall’E.Leclerc Moya Radomka Radom in Polonia dopo una stagione complicata alla Savino Del Bene Scandicci, la schiacciatrice austriaca si è raccontata in esclusiva ai nostri microfoni.

Srna, partiamo da un bilancio della sua ultima esperienza in Italia con la Savino Del Bene Scandicci. Come è andata? 

È stato un anno complicato e condizionato dal Covid. A Scandicci mi sono trovata bene fin da subito ma, proprio quando stavo recuperando la forma migliore dopo qualche problema alla spalla, mi sono dovuta fermare… Alla fine, sono stata fuori due mesi e ancora adesso avverto le conseguenze che mi ha lasciato questo virus“. 

Si aspettava di trovare più spazio in campo? 

Sicuramente mi sarei aspettata più spazio dopo le precedenti esperienze da titolare. Avrei potuto dare una mano in più alla squadra, anche se il lungo stop ha reso tutto più difficile“. 

Foto Savino Del Bene Volley Scandicci

Quali insegnamenti si porta in valigia dei suoi quattro anni in Serie A? 

A San Giovanni in Marignano ho respirato per la prima volta l’aria della pallavolo italiana, ottenendo buoni risultati e belle soddisfazioni. È proprio a quel punto che ho capito di essere pronta a salire di livello e sfidare le migliori. A Cuneo ho avuto l’opportunità di migliorare come giocatrice e dimostrato che è possibile essere titolare in Serie A1 pur arrivando da un paese straniero non famoso per la sua cultura pallavolistica. È stato poi un onore battere le big del campionato in qualche occasione. Spero che il mio percorso possa dare una motivazione in più a tutte le bambine austriache perché non c’è obiettivo che non possa essere raggiunto. Basta crederci fino in fondo, senza mai arrendersi“. 

Quest’anno gioca in Polonia con la maglia dell’E.Leclerc Moya Radomka Radom. Innanzitutto, come si trova nella nuova città? 

Radom è una città piccola ma carina. È situata vicino a Varsavia, una perla piena di storia. Mi piace molto viaggiare e in Polonia ci sono davvero tanti posti da visitare e scoprire“. 

Cosa cercava prima di accettare questa sfida e cosa dunque crede di aver trovato sotto un aspetto pallavolistico e umano?

Ero alla ricerca di una nuova esperienza con l’opportunità di conoscere un nuovo paese, una nuova cultura e una nuova pallavolo. In effetti, a Radom penso di aver trovato tutto quello che cercavo. Certamente, dopo quattro anni in Italia, non è facile abituarsi a una realtà diversa, però non ho dubbi che questa stagione mi farà crescere sia come giocatrice sia come persona“. 

Foto Instagram Srna Markovic

Leggendo il roster del Radomka, salta subito all’attenzione che siete una squadra con tante giocatrici forti ed esperte (tra cui Aelbrecht, Skorupa, Efimienko, n.d.r.). Che aria si respira all’interno dello spogliatoio? E quali sono i vostri punti di forza? 

Penso che l’esperienza sia il nostro punto di forza più importante. Purtroppo, in questo momento alcune giocatrici sono alle prese con infortuni, ma sono sicura che non appena la squadra sarà al completo potrà crescere e mostrare tutte le sue qualità“. 

Che campionato ha trovato sotto l’aspetto tattico, tecnico e agonistico?

È un campionato diverso da quello italiano. Si punta meno sulla forza e più sulla tecnica: pian piano mi sto ambientando a un nuovo tipo di gioco. È molto interessante conoscere e sperimentare differenti modi di interpretare la pallavolo. In generale, però, penso che non ci si debba limitare a fare confronti, ma prendere in considerazione ciascun campionato e conoscere le sue peculiarità“. 

Ad appena 25 anni, ha un obiettivo oppure un sogno da voler realizzare nella sua carriera? 

Mi considero una grande sognatrice. Negli ultimi anni ho realizzato tanti sogni relativi alla pallavolo, giocando insieme alle migliori atlete di Serie A1. Mi è mancata solo la vittoria del campionato, anche se arrivando da un paese come l’Austria penso di essere già andata oltre alle mie aspettative iniziali. Mi piacerebbe conoscere altri campionati, provare stili di gioco diversi e affrontare con successo nuove sfide piuttosto che rimanere nella mia comfort zone. In questo modo, credo di poter crescere anche come persona ed essere più preparata ai vari eventi della vita, che non sai mai dove ti portano. Ovviamente ciò non esclude che un giorno possa tornare in Italia con l’obiettivo di vincere un trofeo“.

Foto Instagram Srna Markovic

Una sua grande passione oltre alla pallavolo è la musica classica. Ce ne parla?

Ho tante passioni nella vita: arte, scienze, musica… Sono una persona molto curiosa e mi piace approfondire le mie conoscenze in tutti questi ambiti. Dato che mia madre suonava il flauto e mio papà il piano, per me è stato naturale avvicinarmi alla musica: avevo sei anni quando ho iniziato a suonare il violino. A dodici anni sono entrata al Conservatorio Prayner di Vienna. Ero troppo piccola per rendermene conto, ma ero circondata da quelli che oggi sono alcuni dei più virtuosi musicisti al mondo. Invece, per me la musica è sempre rimasta una passione, anche perché poi ho scelto la pallavolo e non avevo tutte le ore richieste da dedicare al violino. Però, le mie giornate non hanno mai smesso di iniziare con l’ascolto di musica classica e adoro andare a vedere l’opera a teatro: tutto questo mi dà pace ed equilibrio“.

Il suo compositore preferito? 

In generale, mi piacciono i drammi, le operette – altrimenti non potrei definirmi una vera viennese (ride, n.d.r.) – e le composizioni per piano di Beethoven e ovviamente Chopin. In effetti, adesso che sono vicina a Varsavia potrò godermi le serate dedicate alla sua musica!“.

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