Di Redazione
All’indomani del suo addio definitivo alla pallavolo veronese, con il passaggio del titolo dalla NBV Verona al nuovo Verona Volley, l’ex presidente Stefano Magrini si confessa in una lunga intervista di Marzio Perbellini per L’Arena, ripercorrendo i passaggi più significativi dei suoi 11 anni da socio e poi numero uno della società scaligera. E ammette tra l’altro: “Personalmente ci ho rimesso 4 milioni di euro, carte alla mano. Io e Corsini ci abbiamo perso tanto“.
Magrini svela alcuni retroscena del passato, come la rottura con Piero Rebaudengo, che giudica “l’errore più grande“: “All’epoca Giani voleva avere mano libera sulla parte sportiva, ma Rebaudengo, giustamente, voleva poter dire la sua anche per contenere un po’ le ambizioni della società“. A causare la frattura fu il disaccordo sull’arrivo di Mitar Djuric: “Col senno di poi – ammette l’ex presidente – Rebaudengo aveva ragione. Bisognava procedere per piccoli passi, gestire meglio gli investimenti“.
Poi lo stesso Andrea Giani fu costretto a dire addio: “Aveva tutta la squadra contro – rivela Magrini – cosa bisognava fare? Si erano create tre fazioni tra i giocatori, c’erano grandi tensioni all’interno dello spogliatoio e anche lui si era reso conto che non poteva gestire una situazione del genere“. Altro passaggio delicato fu la sostituzione di Nikola Grbic con Radostin Stoytchev: “Non lo rifarei, terrei Grbic. Ma c’era troppa permissività all’interno dello spogliatoio. Alcune situazioni creavano tensioni tra i giocatori” dice il presidente uscente.