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Sylla tra presente e passato: “Sono felice e voglio crescere. Le sconfitte insegnano molto”

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Di Redazione

Uno dei punti fermi della Nazionale Italiana femminile, e da questa stagione anche della Vero Volley Milano.

Myriam Sylla nel corso degli anni è diventata l’idolo di grandi e piccini, addetti ai lavori e non, con i suoi modi di fare stravaganti. La capitana azzurra sa unire stravaganza, caparbietà, tenerezza e timidezza nello stesso momento, tranne che quando scende sul taraflex rosa. Lì le ultime due caratteristiche scompaiono e rimangono solamente le prime due, unite ad una voglia di vincere e di migliorarsi sempre più che solo i grandi campioni possono avere. Perché è anche dall’umiltà che si impara dalla vita. E questo lei lo sa bene.

Questa nuova stagione segna l’inizio di una nuova era per l’ex Imoco, passata dal vincere tutto a ributtarsi in gioco con una maglia diversa, ripartendo quasi da 0 e tornando all’obiettivo primario di ottenere il numero di vittorie maggiore possibile, senza però abituarcisi.

La banda milanese racconta al “Corriere dello Sport” le sue prime sensazioni provate all’Arena di Monza: “Sono felice e questo traspare dal mio viso, ne parlavo giusto con mio padre. Non mi lascio trasportare dalle emozioni, ma sento tanta positività e voglia di crescere.
Qui ho trovato tanta gioia. Ho spiegato subito come sono fatta: se urlo e sbraito è solo perché voglio di più
“.

In un primo momento la schiacciatrice si rivela anche vittima di timidezza, anche se ai più può non sembrare: “Sono anche molto timida. La gente non ci crede, ma è solo perché la mia timidezza viene sovrastata dalla sfacciataggine. A una certa mi butto. I primi giorni non è stato facile“.

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La palla passa poi ai recenti campionati iridati estivi, che hanno lasciato sicuramente un bel ricordo tra le menti azzurre, ma anche un pizzico di delusione: “Il Mondiale mi ha insegnato che chi la dura la vince. Certo, il Mondiale mi ha lasciato una delusione incredibile. E la consapevolezza che quello che sto facendo lo posso fare. La Nazionale è la ciliegina sulla torta del mio lavoro. Quando finisci con la squadra di club, e sai che hai il ritiro, il tuo Paese, i tuoi colori, è emozionante. Ma se la vedi solo come un’altra squadra è terribile. Triste. Invece no. La Nazionale è storia, e tu ne fai parte“.

La vita insegna molto, però, anche dai momenti brutti e non solo dalle cose belle. Che tradotto nel linguaggio sportivo significa che le sconfitte lasciano molto di più di quello che magari ti potrebbe lasciare una bella vittoria e questo Sylla lo sa: “Quando vinci la felicità è un momento, sei felice e poi è tutto silenzio. La sconfitta te la porti dietro. Non impari vincendo. Perdendo ti rendi conto di tante cose, di chi non vuoi essere e cosa non vuoi. La volta più lampante all’Europeo. Bellissimo. Ti senti invincibile. E poi ti fai male“.

Da buona leader, il martello lecchese ora in forza a Milano è stato scelto come nuovo capitano azzurro dopo Chirichella: “Sto cercando di essere un buon capitano. Il primo anno forse non sono stata un buon capitano, sovrastata da tante cose, anche dalla paura di non essere abbastanza. E’ anche giusto così. Poi cerchi di auto convincerti. Ho pensato: io sono in buona fede, voglio fare bene per questo gruppo. Onestà, umiltà, rispetto, sincerità. E’ questo che bisogna essere“.

(fonte: Corriere dello Sport)

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