Il numero uno trentino: "Avere un allenatore come Angelo Lorenzetti vuol dire dormire sonni tranquilli, non c’è da aggiungere altro (ride, ndr), perché è una persona veramente competente, capace, curiosa".
“Abbiamo una squadra dalla quale possono scaturire preziosissime risorse. La panchina dipende dal budget, da quello che hai speso per la prima squadra: De Angelis è una bellissima sorpresa e anche Codarin è su un percorso virtuoso”.
La tradizionale foto di gruppo scattata durante i festeggiamenti lo vedeva sorridente mostrare la mano con la scritta 16. Un modo che Russo utilizzava anche negli anni in biancorosso per ricordare il suo grande amico Vigor Bovolenta.
L'ex opposto azzurro: "Osmany un anno fa era stato ottimo nella finale del Mondiale ma stavolta non ha inciso. La questione Bruno fatico a capirla. Non comprendo come tra atleti così bravi non si riesca a trovare la giusta chimica".
Il coach: "Volevamo migliorare il modo di stare in campo. Anche per questo nelle prime partite, che i ragazzi avevano interpretato discretamente, ho provato a essere più duro".
"Non so cosa si aspettassero loro, so solo che noi lo volevamo - aggiunge Giannelli - Sapevamo di giocare contro una squadra composta di giocatori fortissimi, ma eravamo convinti che dovevamo fare qualcosa di straordinario".
Era il lontano 1992, quando le quattro squadre che si giocarono le medaglie facevano parte dell’Europa con Milano, Treviso, Ravenna e Olympiakos (GRE) alla fase finale.
Coach Medei: «Nel tie-break ho provato il doppio cambio sapendo che non avrei potuto chiuderlo. La forza della squadra è il gruppo. E' stata una vittoria straordinaria, credo che una partita così accenda ancora di più la passione per questo sport».