Di Redazione
Quello che è avvenuto ieri negli studi di TRC in occasione della puntata di Barba e Capelli, settimanale condotto da Paolo Reggianini, ha del clamoroso. Tutta la rosa dell’Azimut Modena, infatti, ha accompagnato il capitano Bruno ed Earvin Ngapeth, il quale non rilasciava dichiarazioni da 5 mesi, per esporsi nei confronti dell’allenatore Rado Stoytchev.
Nel corso della puntata, la maggior parte degli atleti ha preso parola per spiegare le ragioni che stanno alla base dei cattivi rapporti tra il gruppoe il coach bulgaro. Si è parlato di valori umani, scelte tecniche e infortuni. Parole dette e non dette, con la società che attualmente ha tra le mani una bella problematica da risolvere.
BRUNO
“La squadra si è sentita di venire qui unita, nulla di obbligatorio. Una stagione piena di momenti difficili ma nella quale qualcosa è nato e rimasto tra noi. Ho provato a dire a tutti di non mollare perché avevo il dovere di tenere il gruppo unito per il nostro obiettivo e per la società. Non è stato facile, perché ti manca la voglia di fare quello che ami in un contesto del genere. Ho avuto tanti allenatori nella mia carriera da professionista. Ognuno ha la sua mentalità e io non posso giudicare. Ho detto a Catia che non posso restere dove non ho serenità.
Ho provato, con Stoytchev, a vedere se poteva implementare il suo concetto di gioco con le nostre esperienze, se poteva esserci un punto di contatto. Lui voleva che tutti entrassimo nel suo sistema e basta. In più c’è la parte umana: devi avere fiducia, lealtà, devi credere alla persona che hai di fianco. Con lui non è mai successo. Ho provato più di una volta a parlargli, l’ultima a fine febbraio dopo aver sentito che stava cercando Christenson per la prossima stagione: lì ho capito che lui è fatto così, che parlavo contro un muro insormontabile. Io non posso stare insieme a una persona che ha principi così diversi dai miei. Sono andato da Catia e le ho detto che la scelta spettava a lei: ma non potevo restare in un luogo dove non ho serenità.
La maglia resta, certo, ma a me dispiace vedere questa situazione a Modena: una società che negli ultimi anni ha vinto tanto, ha così tanti abbonati, sponsor, è il punto di riferimento mondiale del volley. Non può una sola persona cambiare tutto questo.”
Su alcuni episodi avvenuti: “Sono successe cose che non esistono. Un esempio? Prima di gara 2 a Milano è morto il nonno di Marra, un ragazzo d’oro che lavora come un matto: Stoytchev non gli ha dato il permesso per andare a casa sua a Lecce per il funerale. Un giocatore che è stato in tribuna quasi tutta la stagione. Se non sei più forte (e non lo eravamo rispetto alla Lube) devi creare un valore aggiunto umano che a noi è mancato. La fuga di Natale di Earvin? Doveva rimanere tutto dentro i muri del PalaPanini, non avevano senso quei comunicati. In più per tutta la stagione Earvin non ha mai parlato, non è ammissibile”.
Sul futuro: “Si parla molto dello scambio con la Lube, io so solo che voglio preparare al meglio Tokyo 2020. È vero che ho detto che in Italia avrei giocato solo a Modena, ma avevo detto anche che non avrei mai giocato con Rado e per Modena l’ho fatto. C’è però ancora margine perché io possa restare”.
EARVIN NGAPETH
“Stoytchev ha voluto che non parlassi perché voleva parlare solo lui, controllava lui la comunicazione. Catia aveva questa voglia di mettere assieme noi tre per un progetto che io all’inizio ho capito. Per questo un anno fa firmai un contratto di tre anni. Avevo però detto a Catia, nel momento in cui è stata costruita la nuova squadra, che l’importante era riprendere Bruno, prendere Stoytchev sarebbe stato un rischio ma l’allenatore doveva sceglierlo lei. Abbiamo certi valori, modi d’essere dentro e fuori dal campo che sono diversi da quelli di Rado. A Natale disse qualcosa di troppo a mio fratello parlando di me. Scrisse lui il comunicato. Quando siamo arrivati in palestra ho capito molto velocemente che non saremmo andati d’accordo: e lui ha fatto di tutto per allontanarmi da Catia. E a novembre quando ha iniziato a chiamare altri giocatori da provare , per me era finita già lì. Rado ha questa grande capacità di toglierti la voglia di stare in palestra. E anche durante le partite fa il personaggio, fa finta di essere quello che non è. Mi dà molto fastidio. Stoytchev ha dei modi di fare e parole che ti toccano, forse non se ne rende conto. Ha detto qualche parola di troppo con mio fratello, parlando di me. Ci ho pensato tutta notte e il mattino dopo sono salito in ufficio e gli ho detto tutto ciò che pensavo, concludendo che finché fosse rimasto a Modena non sarei più andato ad allenamento. Però poi ho sentito Catia e sono tornato in palestra per allenarmi e scusarmi, ma arrivato al palazzetto non mi hanno fatto entrare. Poi è uscito un comunicato scritto da lui in cui si diceva che io non volevo più giocare. Non era vero Lui ha detto bugie per tutto l’anno. Mi ha disturbato che abbia parlato solo lui sempre. E nelle sconfitte gli unici responsabili siamo sempre stati noi: in gara 1 con la Lube sembrava avessimo perso solo per il rigore non trasformato da Urnaut nel tie-break. A livello di gruppo eravamo molto più uniti dell’anno scorso anche grazie alla capacità di Bruno di fare da collante”.
E su un possibile ritorno:
“Senza Rado sarei rimasto al 100% a Modena. Ho già parlato con Catia. Intanto direi a Bruno di restare se Stoytchev va via. Poi vedremo”.
DANIELE MAZZONE
“Nello spogliatoio c’è condivisione di tutto. Perdere Earvin è qualcosa di enorme. Sono qui soprattutto perché ho tre anni di contratto, voglio farmeli tutti e il futuro a Modena oggi lo vedo incerto e grigio. I grossi nomi sono associati alle altre squadre. Earvin magari è più impulsivo rispetto ad altri ma non è matto”.
MAXWELL HOLT
“Se cambia allenatore rimango al 100%, se non cambia ci penso. Ho ancora un anno di contratto a Modena. E’ stato un anno sicuramente strano…”.
TINE URNAUT
“Volevo ringraziare il pubblico perché ci ha sostenuto tutto l’anno, volevamo la finale e dispiace non esserci riusciti. Io rimango a Modena, mi sono trovato bene quest’anno“.
SALVATORE ROSSINI
“Siamo tutti d’accordo con Bruno ed Earvin. Sul fronte infortuni è stata detta una grossa bugia a inizio stagione: non siamo affatto arrivati `rotti’ dall’estate. Spesso il lavoro ha complicato casi inizialmente leggeri, vedi Argenta, Sabbi, Tosi. A 32 anni non mi ero mai infortunato e ho avuto uno strappo, non sapevo nemmeno cosa mi fosse successo in un primo momento. Credo che almeno la verità, almeno quella, andrebbe detta. Per altro non avevamo lo stress di dover giocare ogni tre giorni come tanti dei nostri avversari, ma quasi ogni giorno c’era uno di noi a fare una risonanza in ospedale”.
MAARTEN VAN GARDEREN
“Giocare poco va anche bene, ma io speravo di migliorare, di godere dell’ambiente di Modena. Invece di testa, io come altri, sono stato moto male: da parte dello staff tecnico non ho mai percepito la volontà di aiutarmi. Avrò parlato due volte con l’allenatore in tutta la stagione. Una cosa strana, anche le partite vinte, la semifinale, le ho vissute male, non riuscivo a essere carico”.