Di Roberto Zucca
Civitanova. È lei la regina della pallavolo maschile italiana. Una grande finale giocata punto a punto che ha emozionato non solo i vincitori ma anche gli sconfitti, quella Perugia che alle 21:30, avanti due set, ha accarezzato come non mai lo scudetto davanti ai migliaia di tifosi che asserragliavano il Palabarton. La Lube in quel momento ha dato tutto quello che aveva ed è riuscita nell’impresa di vincere il titolo al quinto set contro tutti i pronostici. Se fosse stato possibile, per lo spettacolo offerto, offrire metà scudetto a ciascuno, sarebbe stato quantomeno rispettoso, sia per la qualità del gioco offerto durante tutto l’anno, sia per la magia di queste cinque partite. Ed ora, appuntamento alla nuova stagione, dove siamo sicuri che Perugia ritornerà con il dente avvelenato e un’esponenziale voglia di vincere.
Il top:
Juantorena re per una notte. MVP, trascinatore, instancabile mattatore. Questo scudetto e questa stagione è arrivata al termine con un giocatore che ha dato tutto sé stesso e molto di più. In gara cinque dimostra quanto sia il suo club che la nazionale azzurra abbiano sviluppato una sorta di piacevole dipendenza dalle sue prestazioni. Lui lo sa e gioca molto su questo. Si prende tutto lo spazio riservatogli al tavolo e assieme a Simon e Leal mette in scena la coreografia che dal terzo set ribalta una finale incredibile, nella quale si rischiava di avere un esito troppo scontato. In generale questo scudetto è anche di Fefè De Giorgi, arrivato a nave quasi affondata per risollevare le sorti. È figlio di un Kovar che il tricolore lo gioca sempre come la finale della sua vita, di un Balaso ormai maturo per dettare legge nel ruolo di libero, di uno Stankovic e di un Cester che sono delle certezze assoluto e di un Bruninho che in finale ha dimostrato di essere ancora il numero uno. Esame superato. Trenta e lode a tutta questa Lube.
Il flop:
Perugia, un corto circuito che costa lo scudetto. L’amaro in bocca è padrone della serata di tutti quanti. Dopo i primi due set la sensazione era quella di averla vissuta in maniera troppo semplice. E come spesso fatto, la Sir cala gli ormeggi. La sensazione, discutibile, è quella di una squadra bellissima, con un grosso alibi: la sensazione che tutto dovesse essere già vinto, già stabilito. La sensazione di una squadra che sulla carta pensava di essere oggettivamente superiore a tutti grazie all’arrivo di Leon, che bastava per tutti. E per tutte le stagioni. E ancora di più un Leon che ha offerto delle prestazioni individuali stupende ma che non è bastato per tutti, o ancora meglio, che non ha giovato nei momenti in cui lo spazio offerto da De Cecco agli altri non è stato sfruttato al massimo. Forse una partita non può rimettere in discussione un’intera stagione. Ma il differenziale, nella pallavolo è offerto in questi momenti, dove, nel caso appena discusso, Civitanova ha superato al fotofinish questa Sir. Esagerato quindi parlare di flop, ma di serata no sicuramente.