Torna alla vittoria la Gioiella Gioia del Colle contro Reggio Emilia

DATA PUBBLICAZIONE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti
SHARE
SHARE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti

Di Redazione

La Gioiella Micromilk G.d.C. festeggia il ritorno al successo nella pool B. Capitan Grassano e compagni superano la Conad Reggio Emilia al tie-break (20-25, 25-16, 25-22, 14-25, 10-15), riprendono la corsa per lo spareggio play-off e portano a casa la matematica permanenza nella serie cadetta per la stagione 2018/2019.

La cronaca del match – Coach Held manda in campo la diagonale palleggiatore-opposto targata Iglesias-Koraimann, gli schiacciatori Ippolito e Bellini, i centrali Sesto e Bortolozzo e, per concludere, Morgese nel ruolo di libero.

Mister Spinelli, privo dello schiacciatore Joventino, replica con Marchiani in cabina di regia, Link opposto, Grassano e Anselmo di banda, Erati e Scopelliti al centro ed, infine, con Casulli a presidio del reparto difensivo.

La Gioiella Micromilk G.d.C. parte subito forte e si pone al comando delle operazioni al PalaBigi (10-12). Il muro di Marchiani su Koraimann (11-15) confeziona il primo strappo importante dei biancorossi, Erati picchia forte al servizio su Morgese (ace) ed Anselmo, bravo a giocare sulle mani del muro avversario, mette a segno il momentaneo 17-22. A seguire, gli uomini di Held cercano una disperata rimonta (20-23) ma l’errore in battuta di Arienti (20-24) e il muro di Grassano su Koraimann (20-25) liquidano la pratica “primo set”.

Al ritorno in campo, la reazione rabbiosa dei padroni di casa si materializza nell’iniziale 9-. Determinante il servizio del palleggiatore Iglesias. Grassano cerca di accorciare le distanze (12-7) ma nulla può dinanzi ad un Koraimann inarrestabile da posto 4 (17-10). I giallorossi amministrano in scioltezza il grande vantaggio racimolato (22-15, battuta out di Scopelliti) e ristabiliscono la situazione di parità al PalaBigi, grazie alla pipe vincente di T. Held (25-16).

Nel terzo parziale, il Real riparte da Link in posto 4 e da Cetrullo nel ruolo di opposto. Pronti via, il muro imperioso di Erati su Koraimann (3-7) costringe il tecnico Held ad interrompere il trend positivo dei gioiesi. A seguire, una serie di errori al servizio da entrambe le parti (9-12) anticipa il break di quattro punti dei reggiani, che regala il sorpasso alla Conad (13-12). L’estenuante testa a testa tra i due sestetti si protrae sino al 22-22, quando un block out di Sesto e un muro di Koraimann portano avanti i giallorossi (24-22). L’errore di Grassano in attacco (25-22) chiude il game. Al PalaBigi Sesto e compagni si portano sul 2-1.
Mister Spinelli manda nuovamente in campo Anselmo e la reazione Real non si fa attendere (4-7). Il duo Cetrullo-Grassano rastrella punti sia in fase offensiva che a muro, sigla l’allungo biancorosso (11-19) e avvicina il fatidico tie-break (12-23). Il monologo gioiese si arresta sul 14-25, dopo la staffilata risolutiva di Anselmo da posto 4.

Nell’ultimo atto del match, il Real scappa via con Erati (4-7) e si presenta al giro di campo con un gap rassicurante (+3). L’intesa tra Grassano e Marchiani funziona alla perfezione, Erati continua a comandare dal centro e il Real si porta ad un passo dal successo (10-14). La vittoria si materializza nell’azione successiva, quando Cetrullo non perdona da zona 2 (10-15) e fa calare il sipario sulla contesa del PalaBigi.

(Fonte: comunicato stampa)

CONDIVIDI SUI SOCIAL

Facebook

ULTIMI

ARTICOLI


Stephen Maar tra passato, futuro, famiglia (si sposa) e Trento: “L’avversaria peggiore, ma…”

Sale in Zucca

Prendi un ragazzo di 22 anni che arriva in Italia, a Padova, direttamente dal Canada. Capisci subito che ha un’energia speciale, fatta più di quello che non è ancora, ma che saltuariamente ti mostra in campo, che di quello che poi sarà il suo vissuto negli anni successivi. Questo ragazzo fa un percorso, articolato tra alcune delle piazze più importanti della Superlega, parliamo di Verona, Milano, Cisterna. Arriva a Monza, gioca dei playoff meravigliosi e una finale Scudetto contro pronostico, tra esplosioni di gioia, rabbia agonistica, palloni che pensi possano saltare per aria e un tormento interiore, che è la sua cifra. 

L’arrivo a Piacenza di Stephen Maar è forse l’ultima fase di questa evoluzione complessa, durata otto anni (per la parentesi russa alla Dinamo Mosca ci arriviamo) e nella quale lo schiacciatore oggi tira qualche somma, un po’ perché a trent’anni tutto appare più chiaro, tutto prende una forma diversa, e forse perché si è pronti per essere ciò che veramente si vuole essere da grandi, con o senza la pallavolo davanti:

“Ho trovato la mia tranquillità, il mio mondo. Per tanti anni sono andato avanti, girando il mondo e vivendo anni molto intensamente. Per la prima volta quest’anno la mia famiglia avrà la priorità rispetto a tutto e in estate voglio spendere un po’ di tempo assieme a loro”.

 
 
 
 
 
Visualizza questo post su Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

Un post condiviso da Molly Lohman (@mollylohman)

Ha annunciato il matrimonio con la sua compagna Molly Lohman, pallavolista, solo qualche settimana fa. Vi sposerete in Italia?

“Le ho chiesto di sposarci in un pomeriggio sul Lago di Garda. Ma per ora non abbiamo i dettagli precisi anche perché dobbiamo incrociare le agende e i programmi. Adesso che mi fa pensare, sarebbe proprio bello se ci sposassimo in Italia (ride n.d.r.)”.

Anche perché l’Italia è stata la sua fortuna Maar. Ma anche per noi averla nel campionato italiano.

“Un bel viaggio, lungo otto stagioni, che comprende anche la mia parentesi russa. Ho giocato in tantissime città e ho considerato casa ogni luogo in cui sono stato. Ognuno di quei luoghi mi ha lasciato qualcosa, dalle persone, alle esperienze”.

Quella che ricorda per un motivo particolare?

“Credo Cisterna. È stato un anno molto particolare, dopo Milano e prima della proposta di Monza, dove poi ho trascorso tre anni della mia vita. Era un contesto molto piccolo, una città molto vivibile e una squadra capitanata da Fabio Soli e da uno staff, ricordo su tutti Gioele Rosellini, con cui ho lavorato molto bene. La pallavolo era seguitissima ed è stata la prima volta in Italia in cui le persone con cui avevo a che fare nella quotidianità, parlo magari del panettiere o dei ragazzi o ragazze che trovavo al supermercato, poi le ritrovavo sugli spalti a tifare la domenica”.

Si ricorda il Maar di Padova invece? Arrivato con tante novità a Padova? 

“Ricordo una squadra completamente nuova, che fece un inizio di campionato incredibile. Peccato perché poi ci siamo persi durante l’anno. Ma ripeto, la casa per me è ovunque in Italia”.

Ora la casa è Piacenza. Un anno che è stato letteralmente una montagna russa.

“Un anno in cui questo weekend cominceremo un importante semifinale contro Trento, e a cui teniamo davvero molto”.

Dall’arrivo di Travica, Piacenza sembra avere una luce nuova.

“Ogni cambio porta con sé uno scossone, o meglio, una reazione. Il periodo di difficoltà precedente ci ha fatto riflettere e c’è stata come pensavo e dicevo una reazione da parte di tutti. Ora tutti ci crediamo un po’ di più. Certo, Trento è l’avversaria che nessuno vorrebbe ritrovare in semifinale, anche perché è stata la migliore della regular season. Io ora non penso più a chi mi ritroverò di fronte, ma a come lo affronterò”.

foto Gas Sales Bluenergy Piacenza

La affronterà, mi permetto di dire in una condizione mentale diversa.

“Cosa intende?”

La rivedo in campo con una serenità che non conoscevo.

“Sì, è un bel momento della mia vita”.

Stephen Maar pensava di arrivare fino a qui quando studiava alla McMaster University?

“Non pensavo di avere fino a qui. Ho tanta gratitudine per tutti coloro che mi hanno permesso di fare un percorso, la mia strada. Ho studiato, ho aperto la mente a tutto ciò che mi è stato insegnato e ritrovarmi oggi a questo punto mi rende davvero orgoglioso”.

Di Roberto Zucca