Di Redazione
Il volley mercato procede senza soste mentre la Trentino Volley rimane in “disparte”. Come riportato oggi dal “Corriere del Trentino” nell’intervista al Presidente Diego Mosna, il numero uno ha confermato la scelta di voler rimanere ai margini del mercato in quanto soddisfatti della squadra che ha conquistato il Mondiale per Club e la Coppa CEV, confermando il sestetto base in toto.
Presidente Diego Mosna per la prossima stagione Trentino volley ha deciso di non modificare il sestetto titolare: si tratta di una scelta voluta o subita? «Siamo rimasti molto soddisfatti di come ha giocato e si è confermata questa squadra, crescendo fino a diventare importante e a dimostrarlo sul campo. Si tratta comunque sempre di domanda e offerta, c’è stata un po’ più di pace sul mercato per cui siamo riusciti, com’era nella nostra volontà, a non modificare se non nei dettagli l’intera rosa».
Sarà un punto debole o un punto di forza per il club? «Lo considero un punto di forza».
A tal proposito, l’unica pedina mancante è quella del secondo opposto: sarà Miter Djuric? «È questione di poco ormai, ma non posso confermarlo ufficialmente, perché la società non lo fa finché non abbia tutte le carte in regola. Siamo fortemente orientati in quella direzione».
Cosa pensa delle mosse sul mercato delle altre protagoniste della SuperLega? «Non voglio nemmeno nominare Civitanova, Perugia e Modena, le più coinvolte e attive. Ma penso a formazioni come Monza, Verona o Milano: si sono davvero rinforzate moltissimo, penso ne vedremo delle belle, il prossimo campionato sarà ancora più interessante».
Qual è secondo lei il colpo di mercato più significativo delle avversarie e quello più importante per Trentino volley? «Cito Bartosz Kurek a Monza perché è stata una sorpresa. Per noi la cosa più importante è aver potuto mantenere i nostri giocatori, lo ritengo fondamentale».
In un recente incontro con i rappresentanti delle tifoserie le bozze di planning della prossima stagione presentate dalla Lega pallavolo sono schizofreniche, Trento potrebbe essere in campo anche tutti i mercoledì. Quello dei calendari è un problema noto da tempo, che fare? «Se non si sostanzierà un accordo fra club e atleti in una sorta di ribellione civile ai calendari delle federazioni internazionali ed europee sarà estremamente difficile dare il giusto valore al nostro campionato, che è quello che soffre in maniera estrema questa situazione ospitando la maggior parte degli atleti che partecipano all’attività delle Nazionali».