Di Roberto Zucca
Nonostante lui si ritragga e si intimidisca nel momento in cui qualcuno lo definisce uno dei più forti giocatori al mondo, la realtà racconta esattamente l’etichetta con la quale viene dipinto. Trevor Clevenot è campione olimpico in carica con la Francia ed è uno degli schiacciatori di punta del campionato polacco con quello Jastrzebski Wegiel che ha eliminato dalla corsa per la Champions League nientemeno che la Cucine Lube Civitanova:
“Poteva arrivare con qualunque squadra, non era importante che succedesse proprio contro una squadra italiana. È stato un passaggio del turno frutto del grandissimo lavoro svolto e di una bellissima prova di tutto il gruppo“.
Ora derby polacco. E in finale, eventualmente, una squadra italiana.
“Ecco, pensiamo fase per fase. Intanto il derby polacco contro lo Zaksa è uno scontro difficilissimo, che ci mette davanti a un’avversaria che sicuramente troveremo di fronte anche nella parte conclusiva del campionato. Anche la sfida tra Perugia e Trento sarà interessantissima“.
Lo Jastrzebski punta a scudetto e Champions?
“Abbiamo iniziato con la Supercoppa e lavoreremo per cercare di continuare a fare bene e puntare a centrare quanti più obiettivi possibili. Abbiamo purtroppo mancato l’obiettivo della Coppa di Polonia e questo dispiace ancora tanto, ma dobbiamo guardare avanti e giocare con quello stesso carattere con cui abbiamo affrontato squadre come la Lube“.
Il campionato polacco diventa ogni anno più prestigioso. È importante farne parte?
“Io sono stato molto felice della richiesta dello Jastrzebski di avermi con loro. Ho trovato qui anche due amici come Boyer e Toniutti con i quali ho condiviso un periodo bellissimo in nazionale e quindi anche ambientarmi è stato molto semplice. Il campionato migliora di anno in anno e per la mia carriera è assolutamente una grande occasione“.
Arriva dopo un oro olimpico. Non aveva mai vinto così tanto in carriera.
“(ride, n.d.r.) E speriamo di continuare su questa scia. L’Olimpiade è stato un momento magico, anche questo il frutto del lavoro di un gruppo che si è chiuso dentro la bolla a lavorare affinché si potesse arrivare in fondo alla competizione. Dopo la vittoria con la Russia durante la prima fase abbiamo iniziato a credere che si potesse davvero andare avanti fino alla fine e così è stato“.
Quando lei scrive sui social “questo gruppo non ha bisogno di descrizioni” a cosa fa riferimento?
“A un gruppo bellissimo, di cui spesso hanno parlato anche altri. Un gruppo che ha saputo fare della diversità di anime un valore aggiunto, che ha saputo lavorare per un progetto comune con l’obiettivo di fare bene per una nazionale e non per il bene dei singoli componenti“.
Ha detto anche che l’oro è la storia di una vita.
“È un momento altissimo, a cui sono arrivato dopo tanti sacrifici. Ed è arrivato a Tokyo con la promessa di lavorare per fare sì che succeda magari qualcosa di unico tra tre anni a Parigi“.
A Parigi 2024 avrà 30 anni. Cosa significherebbe vincere ancora? Cosa ci sarebbe poi in una carriera così?
“Non so immaginarlo. Non ne sono in grado. Riesco a pensare solo a quanto voglio arrivare a Parigi e fare sì di poter giocare un’Olimpiade nel mio paese con tutti gli affetti vicini che verranno a sostenere me e la Francia“.
Mi può dire, guardando indietro, a cosa ha rinunciato per essere Trevor Clevenot oggi, ossia uno dei più forti giocatori del mondo?
“No, non me lo dica perché non credo di essere tra i più forti. Ci sono altri giocatori migliori di me. Se mi chiede a cosa ho rinunciato, non parlerei tanto di questa parola, ma semplicemente di un impegno che è continuato costantemente nel tempo. Sapevo, so dove voglio arrivare e vado ogni giorno in palestra per fare sì che quel risultato, quel traguardo arrivi col tempo“.