Di Redazione
Cresce, stagione dopo stagione. E forse la sua carriera è arrivata a una vetta che non aveva mai toccato prima d’ora. Le responsabilità a cui è stato chiamato in questa stagione Trevor Clevenot sono molteplici. La prima è sicuramente quella di essere il capitano della Gas Sales Bluenergy Piacenza:
“Un ruolo di cui vado orgoglioso. È il mio primo anno da capitano. La vivo in maniera assolutamente serena, perché penso che il lavoro sia sempre lo stesso e se fatto con dovere e con responsabilità una fascia in più non ne cambia il profondo significato. La mia è una squadra di atleti con una storia, un vissuto professionale molto importante. È bello stare in campo con loro”.
Piacenza dalle due anime. Alle volte disputa partite stellari, altre volte fatica e non poco.
“Fa parte del gioco e dobbiamo lavorare per non subire dei cali. Stiamo cercando di porre rimedio ad un inizio di stagione non proprio in linea con le aspettative e abbiamo dimostrato di poter giocare delle gare di buon livello”.
Perché ha scelto ancora Piacenza?
“Per il progetto ambizioso che mi è stato proposto alla fine della scorsa stagione. La campagna acquisti è stata importante e il lavoro fatto dalla società ineccepibile. E poi a Piacenza sono legati dei begli anni della mia carriera. Qui mi ero trovato molto bene e ho deciso di ritornarci”.
Un percorso sempre in crescita. Due stagioni a Piacenza e due a Milano. Che ricordi ha?
“Al di là dello stop per il coronavirus che è stato durissimo per tutti, il ricordo che ho è di annate in cui ho cercato di dare il massimo. Ho passato gli ultimi mesi a Milano senza potermi allenare, e poi Piacenza mi ha dato la possibilità di trasferirmi qui un po’ prima dell’inizio della stagione. Vorrei andare avanti e pensare che questo momento saremo in grado di buttarcelo alle spalle il prima possibile”.
Gli anni di Tolosa invece cosa le hanno insegnato?
“A capire che questa era la vita che volevo. Mi mancano i miei amici, la famiglia, perché non ho avuto modo di stare con loro in estate. In quei momenti pensi che la vita che vuoi fare porta con sé questi sacrifici”.
Questo virus ha tolto la possibilità di viaggiare. So che lei ama farlo.
“Sì, mi piace molto. Farlo da giocatore è ben diverso che farlo da semplice turista. L’aria che ho respirato in California, ad esempio la ricordo con molta nostalgia. Quei parchi, il Grand Canyon, tutto meraviglioso”.
Il viaggio a Tokyo per le Olimpiadi vorrebbe farlo?
“Sì, eccome. Ci spero e vorrei prendere parte a tutto questo. So che avrò anche un’altra possibilità a Parigi nel 2024, e giocare nel mio Paese una competizione così importante mi riempirebbe di orgoglio. Lavoreremo nei prossimi mesi con il nuovo assetto per fare sì che tutto possa diventare realtà”.
Mi racconta un po’ chi è Trevor fuori dal campo?
“Un ragazzo normalissimo, a cui piace stare con gli amici o con la propria compagna”.
So che non ama parlare della sua privata. Posso chiederle qualcosa di più della sua compagna?
“(ride, n.d.r.) Si chiama Sara. Ci siamo conosciuti qui a Piacenza. E siamo felici”.