Avere 20 anni vuol dire tante cose. Vuol dire, ad esempio, non aver vissuto l’epopea della “Generazione di fenomeni”, vuol dire aver visto la nostra nazionale femminile salire sul tetto del mondo solo su YouTube, vuol dire aver conosciuto le gesta di Manuela Benelli, Maurizia Cacciatori, Lorenzo Bernardi, Andrea Lucchetta e Andrea Zorzi – per citare alcuni dei pallavolisti italiani più iconici di sempre – solo grazie ai racconti di genitori, nonni e allenatori. Avere 20 anni vuol dire anche ricordare a chi ha qualche anno in più che il tempo passa, in fretta. E Valentina Bartolucci, che ha 20 anni, il suo tempo lo sta sfruttando bene: crescendo con calma e prendendosi i suoi spazi.
Ecco la nostra intervista esclusiva alla palleggiatrice pesarese, protagonista del trionfo della Igor Gorgonzola Novara nella WEVZA Cup e della medaglia d’argento vinta dalla nazionale Under 21 ai Campionati Mondiali di categoria in Messico.
Per cominciare, ci racconti qualcosa di lei. Chi è Valentina Bartolucci e cosa rappresenta la pallavolo nella sua vita?
“Sono una ragazza di 20 anni che, dopo il diploma al liceo linguistico, si è iscritta alla facoltà di Lettere Moderne e ora sta per iniziare il suo secondo anno di università. Mi reputo una persona semplice che apprezza le piccole cose della vita, come ad esempio stare in famiglia. Vivendo in una città di mare, quando non ho impegni sportivi, mi piace trascorrere giornate spensierate in spiaggia insieme agli amici o anche da sola per prendermi una pausa e riposarmi. La pallavolo ha sempre avuto un ruolo importante nella mia vita: gioco da 13 anni, da quando ero in seconda elementare; quindi, posso dire di essere cresciuta anche grazie a questo sport. All’inizio era più un gioco e un passatempo, poi è diventata una vera e propria passione. Perciò, la definirei una compagna di vita“.
Come ha iniziato a giocare da palleggiatrice? Cosa le piace di più del suo ruolo?
“Non ho sempre giocato da palleggiatrice durante la mia carriera. Infatti, ai tempi dell’Under 13-14 giocavo anche da opposta. Poi, però, il mio ruolo ufficiale è diventato quello della palleggiatrice. Mi piace l’idea che in ogni azione la palla passa per le mie mani: penso che il bello di questo ruolo sia legato proprio alla gestione e alla distribuzione del gioco“.
C’è una giocatrice alla quale si è ispirata?
“Non c’è una giocatrice a cui mi sono ispirata in modo particolare. Da piccola il mio idolo era Martina Guiggi, nonostante ricoprisse un altro ruolo, ma crescendo non ho più avuto una fonte di ispirazione precisa. Poi, ovviamente, mi capita di prendere spunto dalle migliori palleggiatrici di Serie A, come Orro e Wolosz. Ma, in generale, cerco sempre di cogliere il meglio da tutte le giocatrici“.
Quali sono state le tappe più importanti del suo percorso di crescita?
“Ogni tappa del mio percorso di crescita è stata fondamentale, mi ha aiutato a crescere e migliorare, e mi ha portato dove sono oggi: dai club in cui sono cresciuta al settore giovanile con Busto Arsizio e Novara, fino ad arrivare alle due stagioni con Montecchio e alle esperienze con le nazionali giovanili. Dunque, non vedo l’ora di vivere le prossime avventure del mio percorso pallavolistico, con la speranza che possano essere positive come quelle passate“.
Dopo due stagioni da protagonista a Montecchio, cosa l’ha spinta a tornare a Novara?
“Innanzitutto, vorrei sottolineare come i due anni a Montecchio siano stati molto importanti per la mia crescita, visto che ho avuto la fortuna di vivere due campionati di Serie A2 da protagonista. Per quanto riguarda Novara, ho la sensazione di essere tornata a casa. La scelta è stata semplice perché, pur avendo giocato una sola stagione nel settore giovanile, mi sono legata tanto alla città e alla società. Perciò, sono contentissima per questo mio ritorno“.
Il trionfo della Igor nella WEVZA Cup: che torneo è stato per voi?
“È stato un torneo impegnativo per via delle assenze e degli infortuni che in queste settimane di preparazione non ci hanno permesso di allenarci come avremmo voluto. Tuttavia, nonostante questi ostacoli e imprevisti, siamo riuscite a centrare il primo obiettivo stagionale e a ottenere la qualificazione per la Challenge Cup. Inoltre, siamo soddisfatte perché abbiamo dimostrato di avere grande carattere come squadra: anche se siamo solo ad inizio stagione, penso che sia un buon punto di partenza“.
Se ripensa alla partita decisiva contro il Rote Raben Vilsbiburg, qual è la prima immagine che le viene in mente?
“Ripensando alla partita con la squadra tedesca, mi torna alla mente l’ultima palla. È stata una partita lunga e difficile: nel tie break eravamo in vantaggio 12-8, ci siamo fatte rimontare, ma abbiamo avuto la forza di andare ai vantaggi e avere la meglio nella volata finale. Così, quando è caduto l’ultimo pallone, ho pensato: ‘Ok, abbiamo centrato il primo obiettivo’. Ero molto felice“.
Al primo appuntamento ufficiale si è fatta trovare pronta, ben figurando in tutte e tre le partite. Se l’era immaginato così, l’impatto con la nuova avventura a Novara?
“Fin dall’inizio sapevo che avrei avuto la possibilità di giocare questo torneo da titolare, dal momento che Francesca Bosio era impegnata in nazionale. Il mio obiettivo era quello di farmi trovare pronta: ci tenevo a fare bene e speravo che la squadra riuscisse a vincere tutte e tre le partite per ottenere il pass per una coppa europea e rendere felice la società. Alla fine, ce l’abbiamo fatta“.
Quale stagione può vivere la Igor?
“Spero che Novara possa vivere una stagione ricca di emozioni e belle partite, togliersi grandi soddisfazioni sia in Italia sia in Europa, e trovare il proprio gioco e le giuste intese per divertirsi“.
In estate ha vinto l’argento al Campionato del Mondo U21 ed è stata eletta “Miglior Palleggiatrice” del torneo. Come valuta questa esperienza?
“L’estate che si è appena conclusa è stata meravigliosa, ma anche molto intensa. Siamo contente ed entusiaste per il nostro percorso perché eravamo un gruppo nuovo, abbiamo lavorato duramente e abbiamo raggiunto un risultato assolutamente non scontato. Un percorso di crescita in cui abbiamo acquisito sempre più sicurezza nei nostri mezzi. Quindi, penso che sia giusto affermare che abbiamo vinto l’argento e non che abbiamo perso l’oro. Ovviamente la sconfitta in finale è stata bruciante; però, arrivare seconde in un Campionato del Mondo è sempre una grande soddisfazione. A livello personale, sono orgogliosa di aver ricevuto il riconoscimento di ‘Miglior Palleggiatrice’: la ciliegina sulla torta di un’estate bellissima, passata insieme a un gruppo straordinario e a uno staff meraviglioso“.
Quali sono i suoi propositi e sogni per il futuro?
“Mi auguro di continuare a crescere, imparare dalle compagne di squadra e dagli allenatori che incontrerò durante il mio percorso – a partire ovviamente da questa stagione – e di togliermi altre grandi soddisfazioni. Insomma, mi aspetto un futuro pieno di tante belle esperienze“.
di Alessandro Garotta