Di Stefano Benzi
Miglior realizzatrice assoluta del campionato sudcoreano con 832 punti e 154 punti di vantaggio sulla Lutz, seconda in classifica nella graduatoria degli scorer. Una raffica di titoli MVP conquistati sempre in doppia cifra, con picchi anche di 40 palloni a terra. Ma soprattutto la serenità dei nervi distesi di una giocatrice determinatissima, a tratti feroce, sempre decisiva per mantenere al massimo livello una squadra come il Daejeon KGC che aveva sì delle qualità, ma soprattutto aveva lei: Valentina “Boom Boom” Diouf.
Boom Boom era il coro con cui i tifosi coreani del Daejeon sottolineavano i suoi colpi più potenti. E forse, prima di sentire lei, è bello leggere quello che dice di lei la sua alzatrice Hye-Seon Yeum, giocatrice solida, non straordinariamente elegante, ma che con Valentina ha concretizzato una sintonia speciale: “Valentina è fisicamente formidabile, ha la capacità di trasformare anche le giocate più problematiche con la sua forza e il senso della posizione. Quando hai una giocatrice con questo talento è normale fare tanti punti perché lei c’è sempre”.
In costante e concreta lotta per i play off fino alla chiusura anticipata del campionato, Valentina ora torna a casa con un’esperienza in più e la consapevolezza di avere superato un esame non facile e non da tutti.
Al momento è ancora in Corea, un paese che sta pagando molto duramente – ma meno dell’Italia – il suo tributo al virus: “Voglio tranquillizzare tutti gli amici che ogni settimana venivano a vedere come andava la mia stagione qui. Sto benissimo, sono ancora a Daejeon e finalmente due giorni fa ci hanno detto che il campionato è definitivamente sospeso. Quindi posso tornare a casa anche se per il momento non so ancora quando. Sono molto tranquilla e serena, ma mi preme capire come e quando io e il mio compagno potremmo finalmente tornare a casa”.
La Corea, dopo la Cina, è stato a lungo il secondo paese più duramente colpito dai contagi. Nella città di Daegu si sono registrate migliaia di vittime. Daejeon è a meno di un’ora di treno. E in Corea si è giocato anche quando il contagio era all’apice, il torneo è stato sospeso dopo diverse settimane di contraddittorio: “È vero – dice Valentina – ma per la verità qui è stato quasi sempre tutto sotto controllo. Devo dire che eravamo davvero ultratutelate, c’è stata grandissima attenzione nei nostri confronti. Solo qualche giocatore straniero ha vissuto la situazione con timore e ha chiesto di essere rimpatriato alla prima occasione. Io non ho mai avuto problemi e non ho mai dubitato della mia condizione. Posso dire di avere vissuto in una botte di ferro”.
Ogni settimana per lei, ma anche per Andrea Santangelo che giocava nei Blue Fangs della Samsung e che è già tornato a casa a Isernia, c’era grande curiosità di vedere risultati e prestazioni. In un campionato strano, con 6 cicli di gare andata e ritorno che si ripetono contro le stesse 5 squadre, di fatto una partita ogni due giorni, emergere non è facile: “Ringrazio tutti per il supporto. Mi sono divertita molto a giocare questa stagione, è stata molto stimolante. È vero che le squadre sono solo sei e si equivalgono un po’ tutte. Ma posso garantire che ogni gara era diversa e c’era sempre grande tensione. Più ci si conosce e più è difficile: alla fine dovevamo cambiare strategie e giochi a ogni partita”.
Prima della Corea il Brasile, due paesi diversissimi. Daejeon è una città antichissima, una vera culla della civiltà coreana che ospita un milione e mezzo di persone. Tutto ruota intorno alla cultura del lavoro e della famiglia. Bauru è un piccolo centro della provincia paulista, 350mila persone che sanno come godersi la vita. È una città universitaria con un’età media giovanissima.
Cibo, tradizioni, usanze, tutto diverso. Adattarsi è stata una sfida nella sfida: “Indubbiamente sono state esperienze molto diverse l’una dall’altra. Oggi sono una persona molto diversa da quando sono partita, mi sento profondamente cambiata ed entrambe le esperienze mi hanno consentito di vedere le cose sotto un’altra prospettiva. Non posso dire che un’esperienza sia stata migliore dell’altra. Sono state diverse ed entrambe molto importanti. Daejeon è una città piena di vita e di attrattiva, ho cercato di vedere il più possibile, di girare e mi sono trovata davvero benissimo. Ho amato subito anche Busan… splendida città”.
Busan è il porto del sud, città grandissima e piena di confluenze di vita e civiltà diverse: una megalopoli che sembra sotto l’effetto della dopamina perché vive a velocità doppia giorno e notte.
Valentina ha anche portato un po’ di Italia in Corea: famoso il video in cui si è cimentata in una carbonara che a quanto pare è passata alla storia. “Era il mio compleanno, io e il mio compagno volevano fare qualcosa di speciale e abbiamo preparato la classica spaghettata alla carbonara per tutti. Abbiamo anche girato un tutorial… Tutte le ragazze e lo staff ne erano entusiaste. Posso garantire che ovunque siamo andati la carbonara ha sempre conquistato tutti”.
Il suo compagno, non lo nomina mai, per pudore. Ma ci fa piacere dire che il compagno di Valentina è uno splendido ragazzo che si chiama Antonio, molto riservato. Nei suoi social troverete poco di loro e tracce di una vita molto normale anche se Antonio è un ragazzo di grande talento e molto poliedrico: suona, scrive canzoni, è un artista molto apprezzato sia come fotografo che come videomaker. Tutte le foto più belle di Valentina sono le sue…
Valentina si è fatta amare molto fuori dal campo, ma il resto lo ha fatto come sempre sotto rete: “Ho giocato facendo e dando il massimo, senza risparmiarmi. Sono stata fortunata perché fisicamente le cose sono andate bene, anche se ora non so dove mi porterà il futuro prossimo. L’Italia resta casa, e sono certa che prima o poi tornerò in quei palazzetti che tanto mi hanno fatto sognare e divertire. Ma dire ora dove e come, non lo so…”
Intanto, con un po’ di guanciale extra, una carbonara fuori stagione, e poi il pensiero di tornare in Italia in un paese che troverà in grande difficoltà. Valentina Boom Boom è riuscita nella non facile impresa di entrare nel cuore dei sudcoreani, un popolo abbastanza freddo, che non ama mostrare emozioni e che difficilmente si esprime con il nostro calore.
I colleghi di Daejeon ci dicono che il KGC farebbe carte false per averla di nuovo e che ci sarebbero una squadra giapponese e un’altra squadra coreana pronte a metterla sotto contratto. Ma la V-League coreana è molto particolare e richiede di passare dai cosiddetti tryout. Dipenderà anche da Valentina mettersi di nuovo a disposizione se davvero vorrà tornare in Oriente, dove i soldi non mancano e dove le soddisfazioni possono essere tante. O magari riavvicinarsi all’Italia pensando – perché no – di rinsaldare il rapporto con il nostro campionato e una nazionale che rimane sempre un capitolo aperto e mai completamente abbandonato.
In video: i colpi migliori della stagione di Valentina Diouf al Daejeon KGC.