Di Alessandro Garotta
Il percorso di un giocatore, purtroppo o per fortuna, non è praticamente mai lineare. Ci sono svolte, ostacoli, interruzioni e novità che modificano ogni parvenza di copione. Bisogna, dunque, avere la lucidità di comprendere che rimettersi in gioco non vuol dire fare un passo indietro, bensì essere proiettati verso orizzonti più limpidi.
Valeria Caracuta ha dimostrato di credere in questo mantra, come testimoniato dalla decisione di scendere di categoria e andare a giocare in Serie B1, precisamente alla Seap Dalli Cardillo Aragona, dove potrà continuare a mostrare tutte le qualità che in questi anni l’hanno resa una delle più importanti palleggiatrici italiane. Intervenuta in esclusiva ai nostri microfoni, ecco le sue dichiarazioni:
Dopo tante stagioni in Serie A e una breve parentesi in Polonia, ha deciso di ripartire da Aragona in B1. Come è nata la trattativa e cosa l’ha spinta a scegliere questo progetto?
“Durante il lockdown avevo avuto qualche contatto con coach Dagioni, che era interessato ad avermi ad Aragona in caso di promozione in A2. A giugno non avevo ancora preso una decisione sul mio futuro e loro non avevano la certezza della categoria in cui avrebbero giocato. Una volta che mi hanno illustrato il progetto, però, ho capito quanto era solida e ambiziosa questa società. E dopo aver parlato anche con Serena Moneta – che aveva deciso di rimanere qui anche in questa stagione – ho scelto di accettare la proposta della Seap“.
Per un’atleta gli stimoli sono una componente importante. Non diventa dura quando si scende di categoria?
“Non è stato semplice, ma dopo una lunga riflessione ho capito che ad Aragona avrei trovato gli stimoli giusti per ripartire dopo una stagione non proprio esaltante tra Brescia e Lodz. Ho capito anche che la categoria è soltanto una ‘lettera’: ciò che conta è l’organizzazione e qui non sto percependo differenze rispetto alla Serie A. Ma su questo non avevo dubbi, visto che il presidente Nino Di Giacomo è una garanzia“.
Che squadra ha trovato ad Aragona?
“Una squadra di altissimo livello con ragazze motivate, che vogliono portare Aragona in Serie A. Oltre a Serena, c’è anche Elisa Manzano, con cui ho vinto lo scudetto a Piacenza. E poi tante giovani che hanno giocato in A2 e ai vertici della B1“.
Quale crede possa essere il suo apporto quest’anno?
“Penso che la mia esperienza possa essere importante nella costruzione del gruppo, nelle dinamiche di squadra e soprattutto per dare quel qualcosa in più nel caso in cui le cose non dovessero girare a nostro favore. Comunque, sono convinta che una volta costruito un buon gruppo tutto sarà più semplice“.
Cosa ne pensa delle squadre che andrete ad affrontare nel vostro girone?
“Sicuramente Cerignola è una squadra allestita per vincere, visto che già nella scorsa stagione era in lotta con Aragona per la promozione. Conosco poco il resto del girone, ma immagino che tutte le squadre daranno l’anima quando giocheranno contro una formazione forte e ambiziosa come la nostra. Quindi, per noi non sarà un campionato semplice e dovremo affrontare ogni partita con grande determinazione per raggiungere il nostro traguardo“.
Quali sono i suoi obiettivi personali legati alla pallavolo nel breve termine?
“Prima di tutto ritrovare la serenità di giocare a pallavolo come si faceva prima del lockdown, perché questa situazione è stata abbastanza destabilizzante. A quel punto, il mio obiettivo sarà solo quello di far bene: voglio ripagare la fiducia che mi sta dando la società, con cui c’è grande sintonia e unità d’intenti“.
Per le categorie inferiori non c’è ancora un protocollo per tornare a giocare. Come vede la ripresa?
“In questo momento è complicato capire come potrà essere la nostra ripartenza, visto che il protocollo di Serie A è davvero molto rigido. È chiaro che l’attenzione deve essere sempre massima, soprattutto adesso che c’è una risalita dei contagi, ma sono sicura che anche noi riusciremo a iniziare la stagione. Nel frattempo, ci alleniamo con tutte le precauzioni necessarie“.