Velasco e il doppio incarico: la Fipav si infila in un ginepraio

DATA PUBBLICAZIONE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti
SHARE
SHARE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti

Non c’è che dire: la pallavolo italiana non ama le cose semplici. Dopo essersi messa nei guai con la discutibile gestione della nazionale femminile, che ha portato alla mancata qualificazione alle Olimpiadi e poi all’esonero di Davide Mazzanti, la Federazione Italiana Pallavolo si è infilata in un vero e proprio ginepraio con la nomina del nuovo CT Julio Velasco, già sotto contratto con la UYBA Volley Busto Arsizio. Una scelta che (soprattutto per le modalità con cui è stata compiuta e comunicata) rischia di creare una pericolosa frattura all’interno del movimento proprio nel momento della sua massima visibilità. Insomma, viene in mente quel meme in cui un uomo incastra da solo un bastone tra i raggi della ruota della bicicletta su cui sta pedalando, generando effetti prevedibili.

Qualcosa di simile lo avevamo già visto nel calcio, con il contenzioso economico tra la FIGC e il Napoli per l’ingaggio del nuovo CT Luciano Spalletti. Ma in quel caso, perlomeno, si trattava di un rapporto già concluso. Qui la Federazione è andata a “sottrarre” un allenatore a una sua società nel bel mezzo del campionato, e lo ha fatto con modalità assai poco trasparenti, tanto da spingere il club ad affermare (con quella che è sembrata più che altro una frecciata polemica) di aver “appreso la notizia dal web. Vale la pena di ricordare, tra l’altro, che a fine settembre Velasco aveva recisamente negato ogni contatto con la Federazione in un comunicato diffuso dalla stessa UYBA. Insomma, non un bello spot per il movimento guidato da Giuseppe Manfredi, anche in chiave elettorale.

Certo, quella del presidente bustocco Giuseppe Pirola è con ogni evidenza una battaglia contro i mulini a vento: ben difficilmente la Fipav tornerà sui suoi passi concedendo a Velasco di restare alla guida delle Farfalle fino a fine stagione, un’ipotesi che nemmeno lo stesso allenatore argentino sembra aver considerato. Anzi, viene il dubbio che l’annuncio della sua nomina sia stato appositamente anticipato proprio per mettere la UYBA di fronte al fatto compiuto. Ma intanto la mossa di Pirola, pur con i suoi toni un po’ naif, ha “costretto” la Lega Pallavolo Serie A Femminile a scendere in campo e schierarsi contro la Federazione su un tema scivoloso come quello del doppio incarico, sul quale non a caso il presidente Fabris (da navigato politico centrista) aveva sempre preferito la scelta del “silenzio assenso”.

Sull’argomento, tra l’altro, in una posizione diametralmente opposta si pone da sempre la Lega maschile, acerrima avversaria del doppio incarico, che combatte a suon di salate multe. Dunque la Federazione si muove su un terreno minato: qualunque decisione prenda finirà per scontentare qualcuno. Ma valeva davvero la pena di arrivare a questo punto per una questione di principio che nessun altro paese al mondo ha mai sollevato, quando si è presentata l’occasione, e che anzi ha impedito all’Italia di giovarsi delle prestazioni di alcuni dei più brillanti e capaci tecnici prodotti dal vivaio nazionale?

di Eugenio Peralta

CONDIVIDI SUI SOCIAL

Facebook

ULTIMI

ARTICOLI