Vital Heynen e l’impresa della Polonia: “La pressione è stata un carburante straordinario”

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Di Stefano Benzi

Risentirsi dopo un po’ di anni con il piacere di capire che la persona, nonostante i successi non è cambiata per niente. Vital Heynen era ed è un uomo simpatico, divertente e molto disponibile. Per far capire il personaggio… qualche settimana fa il minibus che doveva riportarlo in albergo dopo l’allenamento con la squadra si è dimenticato di lui che si era attardato con i giornalisti. Uscito senza trovare il mezzo Heynen si è affidato a Twitter: “Non so come tornare in albergo, sono quasi 15 chilometri a piedi. Qualcuno può avvertire i ragazzi che farò tardi?”

Coach, complimenti di cuore: “Grazie – risponde dall’altra parte della linea Heynen – in effetti sto cominciando a rendermi conto dell’impresa che abbiamo compiuto solo in queste ultime ore. La cosa più difficile in un Mondiale del genere è mantenere la concentrazione al massimo e questo non riguarda solo i giocatori ma anche la parte tecnica”.

Tutti sostengono che la differenza l’abbia fatta un Kurek incontenibile, è d’accordo? “Difficile non sottolineare il fatto che un giocatore che segna più di 170 punti dei quali sedici solo al servizio non faccia comodo ma non sono completamente d’accordo – dice Heynen – sono estremamente felice che Kurek abbia esploso tutto il suo potenziale nel momento in cui la squadra ne aveva più bisogno. Però non voglio che sia la solita banalità dire quello che ho già detto e cioè che la differenza qui non l’hanno fatta i singoli ma la squadra”.

Dunque Leon adesso non le serve più…? “Leon è un fuoriclasse stratosferico ma è anche un uomo di squadra, sono convinto che in una realtà come la nostra che è sana, vincente e accogliente ci sarà spazio per lui ma anche per i tanti giovani che si stanno affacciando alla nazionale maggiore”.

Lei non ha fatto proprio niente? “Io e tutti i miei collaboratori abbiamo preso delle decisioni, fare scelte non è mai una cosa semplice, e poi abbiamo creato un clima costruttivo e sereno nel quale ogni giocatore ha saputo dare il proprio migliore contenuto. Quando il materiale umano è di questo livello il nostro lavoro diventa semplicemente di assemblamento e di gestione: l’importate se mai è non fare danni”.

Diciamo la verità, la Polonia ha giocato uno splendido volley e ha dominato tutti gli scontri decisivi: “È stato un Mondiale estenuante, dopo la prima fase io ero stremato, c’erano alcune cose da mettere a posto. Il salto di qualità lo si è visto proprio in quel momento: abbiamo pensato solo a concentrarci sulle nostre potenzialità e sulle caratteristiche del nostro gioco. Ci siamo ritrovati quasi subito per non perderci più anzi… direi che più cresceva la posta in palio più aumentava la nostra qualità. Sotto un certo aspetto per noi lo stress è stato un carburante fondamentale. Anche quando eravamo sotto 2-1 con gli Stati Uniti ero certo che la squadra avrebbe risposto in modo definitivo”.

Sembrava di giocare in Polonia, sappiamo che molti tifosi italiani stavano dalla vostra parte ma sono stati tantissimi i fan che sono arrivati per voi: “I tifosi polacchi sono incredibili, ci sono sempre stati e ci saranno sempre quando vinceremo e quando perderemo. So che molti sono partiti all’ultimo momento per venire a vedere le semifinali sobbarcandosi tanti chilometri e spese: siamo davvero contenti di averli resi felici. La Polonia è un grande paese con una tradizione sportiva straordinaria e la pallavolo è uno sport di massa se non il principale sport del paese. Questa vittoria è la dimostrazione che le scelte che si stanno facendo in ambito nazionale ma anche di club stanno portandoci nella direzione giusta”.

Prima della Polonia, l’Italia e il Brasile hanno vinto tre mondiali consecutivi creando un ciclo importante. Voi siete a due: pensare di arrivare anche a tre è troppo? “No, anche se parliamo di quattro anni che nella vita di una squadra al giorno d’oggi sono un’enormità. Quando sono arrivato qui ho sempre detto che il mio obiettivo era quello di conquistare una medaglia d’oro olimpica con la Polonia e oggi ne sono ancora più convinto. E poi questa è una squadra ancora molto giovane che può crescere e ripeto… tutto il movimento sta alzando il suo livello. Le nostre squadre giovanili sono straordinarie e ci daranno un enorme supporto”.

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