Vital Heynen: “La prima cosa da cambiare è la testa, poi la parte tecnica”

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Di Dania Tuccillo

Vital Heynen, allenatore della Sir Safety Conad Perugia e della nazionale polacca, racconta la sua “strana” abitudine di palleggiare con i raccattapalle nel riscaldamento prima di una partita e dell’importanza di avere il pubblico sugli spalti, nell’intervista odierna di Andrea Zorzi e Gianluca Pasini:

Ti hanno visto spesso palleggiare con i ragazzi a bordo campo prima dell’inizio di un match, anche in occasioni importanti come la finale di un mondiale. Lo fai per un motivo particolare?

“Lo faccio sempre, prima di qualsiasi partita. Perchè l’ora prima della partita è un momento dove non so cosa devo fare: parlare con i giocatori è troppo tardi, se controllo il loro riscaldamento vuol dire che non mi fido… La mia soluzione per fare qualcosa è giocare con i ragazzi. Cerco anche di parlare, con gli sponsor, con la gente, giusto per chiacchierare.”

Sei conosciuto anche per il tuo “strano” modo di allenare, sia nel rapporto con i giocatori, ma soprattutto a livello di proposte tecniche.

“Non so se faccio cose che altri non fanno, ma tutte le volte che ho detto che non le avrei più fatte i giocatori mi hanno chiesto di continuare. In Polonia ho pensato di non farlo troppo, ma Kubiak mi ha chiesto di farlo espressamente tutti i giorni, è qualcosa per cominciare con un sorriso, in maniera leggera, come il gioco con le bottigliette”.

Molti dei tuoi esercizi divertenti sono anche per innescare la parte mentale?

“Sì, serve per avere una buona atmosfera in allenamento. Le mie prime squadre avevano sempre problemi, la prima cosa da cambiare è la testa, poi il livello tecnico”.

Ieri hanno escluso anche la possibilità di giocare la Champions a settembre, cosa ne pensi?

“Non è una sorpresa, non so quando sarà possibile giocare con il pubblico, ma giocare senza non mi piace molto. Oggi provo a non pensare, ogni giorno c’è una novità, possibili scenari che cambiano, è inutile pensarci prima di avere una soluzione”.

In Belgio vedono l’Italia in maniera parziale, la nostra cultura è diversa dalla loro, hai notato anche tu queste differenze?

“L’Italia è un po’ diversa dalla Germania ad esempio, ma è normale e so che è impossibile cambiare tutto, ma voi avete una cultura dove parlare è importante e dove è necessario spiegare le cose due o tre volte perchè vengano capite (ride)”.

Giovanni Guidetti ha detto che se in Germania prende un foglietto e scrive un esercizio le ragazze fanno tutto quello che leggono e anche qualcosa in più. Se lo fa in Turchia ridono, prendono il caffè e aspettano che ritorni

“E’ vero, in Turchia ero riuscito a trovare il sistema. Devo dire che a noi piace che il giocatore prenda l’iniziativa, l’allenamento non è un obbligo ma una possibilità. Se un giorno un atleta non ha voglia di allenarsi, va bene, va a casa e non succede niente”.

(fonte: Good Morning Volley)

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