Di Redazione
L’ultimo grande trofeo sollevato da Wilfredo Leon risale al 2018, anno in cui vinse tutto con lo Zenit Kazan. Da allora, il fuoriclasse della Sir Safety Conad Perugia ha collezionato (Coppa Italia e Supercoppa a parte) soltanto secondi posti e delusioni, sia con la squadra di club, sia con la Polonia. Ne sa qualcosa Vital Heynen, suo ex allenatore su entrambi i fronti, che all’indomani della sconfitta in finale con Civitanova dichiara in un’intervista a TVP Sport: “Ci sono molti stereotipi sul fatto che avere il miglior giocatore al mondo significhi vincere per forza. La verità è che la cosa non è automatica. Un esempio? Leo Messi è stato considerato per molti anni il numero uno, ma dal 2005 ha dovuto aspettare fino al 2021 per vincere qualcosa con l’Argentina“.
Heynen ha una sua teoria sui mancati successi dello schiacciatore cubano, applicabile a molti contesti sportivi: “Quando in un roster c’è un giocatore come Leon, c’è sempre il rischio che gli altri facciano un passo indietro, perché pensano che sarà il loro compagno a trascinare la squadra e assumersi tutte le responsabilità. È quello che succede quando hai un giocatore dominante, indipendentemente dalla disciplina. Penso che l’errore, più che di giocatori come Wilfredo, sia di quelli che gli stanno attorno“.
Come risolvere il problema? “Bisogna parlare – dice Heynen – ma a volte funziona, a volte no. Il fenomeno si verifica più spesso in nazionale che nei club: alcuni atleti giocano in modo clamoroso nella loro squadra, e poi in nazionale sono invisibili. Alcuni lo fanno consapevolmente, altri no: penso a un giocatore in particolare che, durante la mia esperienza da CT, mi ha detto che non sarebbe mai potuto diventare il leader della nazionale. È qualcosa che succede spesso e gli allenatori devono tenerlo presente“.
(fonte: TVP Sport)