Di Redazione
Tracciare un bilancio dopo una retrocessione non è mai facile. Vito Venni presidente di Cuneo (A2 Maschile), intervistato da “La Guida Cuneo“, ha parlato della stagione e di come l’inesperienza abbia influito molto sull’andamento della stagione.
A qualche settimana dalla fatale sconfitta contro Santa Croce, in gara 2 degli ottavi di finale dei play off, che ha determinato la retrocessione della sua Bam S.Bernardo in serie A3, parla Vito Venni, presidente della società dallo scorso luglio.
Un bilancio di questa prima stagione in A2? “È un bilancio in chiaro scuro. Abbiamo pagato lo scotto dell’inesperienza in una serie a livello nazionale che per questo fatto, e soprattutto in Italia, è di alto contenuto tecnico e agonistico. Va comunque dato atto alla nostra squadra di averci creduto e partecipato non sfigurando”.
Rispetto alle aspettative che aveva a inizio stagione, i risultati raccolti sono stati migliori o peggiori di quelli che sperava? “È chiaro che il nostro obiettivo era mantenere la categoria. Siamo risultati la migliore società neopromossa nel nostro girone e il fatto di aver partecipato agli ottavi dei playoff è motivo di orgoglio. Certo è che arrivare tra le prime due squadre tra 16 partecipanti per rimanere in A2 era un’impresa ardua, considerando inoltre che tra le 27 partecipanti molte società hanno frequentato la Superlega e altre da anni mantengono la categoria”.
Vito Venni, presidente di Cuneo volley. Qual è il suo ricordo più bello e felice e quale quello più brutto o triste della stagione? “I ricordi più belli sono quelli della seconda parte della stagione. quando nel nostro palazzetto siamo riusciti a vincere contro squadre tra le top del campionato, supportati da un pubblico tra i più numerosi e appassionati dell’A2. Soprattutto voglio ricordare l’invasione del parquet di gioco da parte di tanti ragazzi entusiasti che chiedevano autografi e selfie ai nostri atleti. Il ricordo meno piacevole è stato quello della firma della lettera di esonero del nostro primo allenatore (n.d.r. Mauro Barisciani), ma si doveva senz’altro dare una scossa a tutto l’ambiente. Scelta che poi si è rivelata positiva”.
Cosa cambierebbe, se qualcosa c’è, tra le scelte fatte nel percorso di quest’anno? “Vorrei avere più tempo per scegliere bene e ponderare il cammino societario, evitando di prendere ‘il treno in corsa’ come si dice”.
A suo giudizio qual è stato il punto debole della squadra nel corso di questa stagione e quale invece il punto di forza da cui ripartire? “Avevamo optato per una guida tecnica ‘usata e sicura’, esperta della categoria, che poi purtroppo non si è dimostrata tale. Fortunatamente abbiamo trovato un grande aiuto nell’attuale coach (n.d.r. Roberto Serniotti) che già ben conoscevamo e che ci ha portato a un risultato finale tutto sommato soddisfacente e dal quale dobbiamo ripartire perla prossima stagione”.
Come giudica la risposta data dalla città e delle istituzioni al ritorno del volley maschile ad alti livelli? Si aspettava qualcosa di più o di diverso? “Sinceramente ci aspettavamo una risposta più partecipativa dalla città, non dimenticando i bei tempi trascorsi e ai quali la nostra neo società gradualmente vorrebbe ritornare con i mezzi che si potranno avere a disposizione. Ricordiamoci che il volley maschile cuneese è l’unico sport che sinora ha conquistato un titolo di campione d’Italia in una disciplina praticata a livello mondiale e olimpico”.
Quali sono gli obiettivi per il prossimo anno? “Quanto prima la società si darà gli obiettivi per il prossimo anno, valutando e cercando soluzioni anche alla luce di quanto disposto dalla Lega Volley sul format dei campionati”.
Si riparte da questo gruppo o ci sono all’orizzonte grossi cambiamenti? “Chiaramente il gruppo atleti sarà composto e adeguato in base alla categoria a cui parteciperemo. Il tutto compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili. A questo proposito la società rivolge un appello a tutte le realtà economiche locali, e non solo, per un coinvolgimento quali sponsor a tutti i livelli. Non dimentichiamo però la realtà del nostro settore giovanile, tra i primi in Italia come risultati, con 150 famiglie che affidano i loro ragazzi alla nostra società, per una crescita non solo sportiva, ma anche di vita, in un periodo delicato della loro formazione”.