Con la sconfitta di ieri contro i vicecampioni mondiali della Polonia è andata in archivio per l’Italia anche la seconda pool di VNL maschile, ma a dispetto di quest’ultimo risultato bisogna dire che i nostri ragazzi, tornati al gran completo per l’occasione, hanno dato una bella accelerata alle nostre sorti nel girone. Gli azzurri, infatti, si sono portati al settimo posto della classifica con ottime chances di entrare nella final eights di luglio.
Ha fatto bene ai nostri portacolori staccare la spina a fine maggio: dopo due anni vissuti praticamente senza mai staccare c’era bisogno assoluto di rifiatare, e i risultati, nonostante il poco allenamento si sono visti subito, con prove importanti contro Iran, Cina e la Serbia sperimentale, che invece non ha ancora pienamente convinto. Il ritorno del sestetto mundial, con Giannelli–Romanò, Lavia e Michieletto, Russo e Galassi e Scanferla a fare perfettamente le veci di Balaso, alza di molto il livello del gioco azzurro, che soprattutto a muro mostra un bello step avanti rispetto alla trasferta canadese.
Bene anche il servizio, mentre la ricezione, soprattutto con la Polonia, ha mostrato di aver ancora bisogno di tempo per trovare i giusti meccanismi. Dopo la debacle con Perugia, Giannelli riprende in mano le redini del gioco azzurro come se le avesse lasciate ieri e alterna bene le sue tre bocche da fuoco laterali. Bene anche il tentativo di sfruttare le vie centrali del campo, sia con i centrali che con le pipe.
Guardando ai singoli match, 12 muri contro l’Iran, 12 con la Cina e 13 contro la Serbia sono il termometro di un fondamentale, come dicevamo, già molto solido, che vede in Russo il leader al centro del campo, preciso e letale in attacco, granitico a muro e insidioso al servizio. Anche la battuta comincia a mettere pressione sui ricevitori avversari, con lo stesso Russo e Romanò sugli scudi. E proprio il nostro opposto appare un altro giocatore rispetto alla trasferta canadese, molto più lucido sottorete anche nei momenti chiave.
Venendo alla sconfitta con la Polonia, mi ricordo una frase di Zygadlo (ex palleggiatore di Trento e della sua nazionale) che alle Super Finals di Torino mi ha confidato che, per i polacchi, giocare contro gli italiani è sempre “la Partita” che vale una stagione. Infatti Kurek e compagni giocano la miglior partita stagionale, sfoggiano un Leon devastante fisicamente e, nonostante qualche dubbio sulla scelta di coach Grbic di convocare Lomacz in palleggio al posto di Janusz, si mostrano più avanti come condizione e livello di gioco. Il muro funziona bene, anche se quando Leon alza la mira spesso lo usa per tanti mani e fuori; bene anche il servizio, mentre in ricezione barcolliamo molto regalando 7 ace oltre a 25 errori gratuiti, un po’ troppo in 4 set.
C’è sicuramente un po’ di stanchezza nei nostri giocatori, alla quarta partita con solo poche settimane di preparazione, e si vede dall’avvio lento, con un Lavia che impiega un set e mezzo prima di accendersi e sfoggiare a tutto il palazzetto la sua immensa classe chiudendo a quota 18 punti. Sbaglia qualcosa di troppo ma a tratti è infermabile sulla diagonale stretta Romanò, mentre chi arranca un po’ di più è Michieletto che, complice una palla di Giannelli a volte troppo corta è costretto a ricorrere spesso (troppo) al palleggio come terzo tocco.
Molto bene, come già detto, Russo in attacco, mentre Anzani rimane un po’ ai margini del gioco di Giannelli che bisticcia con la palla di Michieletto, ma in difesa mostra un atteggiamento da gran combattente. Per i polacchi gran prova in attacco di Kurek e Leon, con Kochanowski devastante a muro e servizio come d’altronde Huber, risultato però completamente assente in attacco.
In chiusura, una classifica che al momento vede in testa il sorprendente Giappone di Ishikawa senza sconfitte e gli USA, corazzata che sembra desiderosa di tornare sul gradino più alto del podio. Al momento l’ottavo posto è appannaggio dell’Olanda, chiamata a difendere la qualificazione da una Francia fin qui disastrosa, che però nell’ultimo girone ritroverà Ngapeth… basterà? Per i nostri, 4 match tutti da godere, partendo da quello con il Brasile per passare poi a Canada, Slovenia e Giappone. Potrebbe bastare anche una sola vittoria per qualificarci, ma uscire con 7-9 punti darebbe un segnale chiaro e forte a tutte le avversarie: l’Italia c’è e ha ancora tanta fame!
di Paolo Cozzi