Di Redazione
Se c’è una cosa che non si può dire di Wilfredo Leon è che sia uno che si accontenta. Essere universalmente riconosciuto come uno dei migliori giocatori al mondo e accumulare titoli e trofei non basta al cubano-polacco della Sir Safety Conad Perugia, che si è già posto un nuovo traguardo per questa stagione: battere il record mondiale di velocità del servizio (134 km/h). Record che, per la cronaca, è già suo, ma in coabitazione con Ivan Zaytsev: un dualismo che Leon non è disposto a tollerare.
“C’è un solo Usain Bolt – dichiara a Przeglad Sportowy – ed è lui l’unico a detenere il record mondiale nella velocità. Voglio che ci sia un solo nome anche accanto al record del servizio: Wilfredo Leon. Un primato condiviso non è la stessa cosa. In allenamento lo scorso anno sono riuscito a toccare i 135 km/h, ma devo rifarlo in partita perché il record venga omologato. Al momento la mia spalla non è ancora pronta per colpire così forte, bisogna abbassare un po’ i carichi e aspettare ancora qualche partita; ma ci sto lavorando tutto il tempo, ed è bello avere qualcosa che mi motiva. Così posso alzare sempre l’asticella“.
E quando avrà battuto tutti i record, lo stuzzica la giornalista Edyta Kowalczyk? “Dovrò cercare opportunità per realizzarmi in un altro campo, al di fuori dello sport. Mi stimola il mondo degli affari. Ma fino a 35, o forse 38 anni posso continuare a giocare; poi, forse, mi piacerebbe lavorare alla FIVB“.
Nella stessa intervista, il cubano racconta anche della “rivalità” che anima gli allenamenti di Perugia: “Faccio sempre a gara con Sharone Vernon-Evans, lo sfido ad attaccare con la mia stessa forza e precisione. Allo Zenit lo facevo con Artem Volvich: scommettevo con lui che non sarebbe riuscito a murarmi. Sono confronti che ti aiutano a tenere alto il livello della competizione e fanno migliorare tutta la squadra. A volte anche le scaramucce verbali aiutano: naturalmente non superiamo mai il limite, sono più che altro provocazioni verbali“.
Leon torna anche sull’intervista rilasciata a Volley NEWS dopo la finale di Supercoppa, in cui aveva parlato della sua vocazione da leader: “Quando ci sono delle difficoltà, è importante che i giocatori che stanno giocando male non escano dalla partita. Il mio ruolo è parlare con loro, far capire che non devono mollare, che se l’attacco non va bisogna concentrarsi sull’essere ancora più efficaci in difesa o a muro. Abbiamo una squadra molto giovane quest’anno, e stiamo andando alla grande in allenamento, ancora più che in partita; ma ogni squadra ha bisogno di un leader, o meglio ancora di due, per superare momenti di stress o di stallo“.
(fonte: Przeglad Sportowy)