Di Redazione
Michele Baranowicz si appresta alla sua dodicesima stagione in Serie A: due anni a Crema in A2 per maturare e poi parecchie esperienze in giro per l’Italia. Da Cuneo a Modena, Macerata e Verona. Quest’anno è arrivata la chiamata di Piacenza che lo ha trovato pronto a raccogliere un’offerta interessante che anche per lui sa di rilancio: “Ormai diciamo che la maturità l’ho acquisita da un pezzo, ora si tratta di mettere a frutto tutte le esperienze che ho vissuto nel massimo campionato e togliermi qualche soddisfazione. Piacenza è una piazza che ha una storia, ha un palmares e sicuramente ha anche delle ambizioni: mi sembra sia stato un cambio vantaggioso anche per me”.
Il volleymercato si è concluso con una sarabanda di alzatori che hanno cambiato casacca, molti hanno addirittura lasciato l’Italia: “Direi che è normale se consideriamo il fatto che moltissimi campionati sono ancora più ricchi e competitivi e che le ambizioni non mancano in Turchia, Serbia, Russia, Grecia, Spagna o Germania come qui da noi. L’alzatore è il giocatore che è destinato a declinare il gioco della squadra, cambiare alzatore significa riadeguare sistemi di gioco, tempi e modi di attacco. Ho cambiato tante volte e cambiare non mi spaventa, anzi… se mai è uno stimolo. A Piacenza poi quest’anno siamo stati fortunati visto che i giocatori impegnati con le nazionali erano pochi e ci siamo ritrovati fin da subito tutti insieme. Ora si tratta di crescere, migliorare e perfezionare”.
Tutti questi cambi alla fine porteranno a dei risultati? “Beh – conclude Baranowicz – è logico che chi cambia è convinto di fare per il meglio ma sappiamo bene che alla fine i conti non sempre tornano. Sarà interessante vedere strada facendo, di giornata in giornata, quali saranno state le scelte vincenti e quali invece quelle sbagliate”.