Di Massimo Dagioni
Comincia l’avventura delle azzurre di Davide Mazzanti al World Grand Prix 2017, importante tappa di avvicinamento ai campionati europei che si svolgeranno in Georgia ed Azerbaijan a partire dal 20 settembre. Le convocazioni segnano un marcato rinnovamento: senza nulla togliere in termini di apprezzamento e gratitudine per quelle senatrici che tanto hanno dato alla causa azzurra si tratta di una scelta coraggiosa, ma altrettanto condivisibile in termini di programmazione. Il calendario internazionale prevede l’alternanza dei campionati continentali con il campionato del mondo ed i giochi olimpici, ed allora un percorso di crescita in termini sia tecnico-tattici sia di acquisizione di una dimensione agonistica internazionale non può che passare per estati come questa, in cui si costruiscono le basi di un gruppo che tutti speriamo ci possa dare emozioni e gioie sportive. Questa nuova squadra nazionale si è peraltro fatta trovare subito pronta sotto l’aspetto prestativo già alla sua prima uscita, ovvero al torneo di qualificazione per il prossimo mondiale: sicuramente non era un torneo di livello top, ma le nostre ragazze si sono imposte con un’autorevolezza che fa ben sperare in prospettiva…
Ora per questo gruppo il battesimo del World Grand Prix sarà a dir poco memorabile: sfide in successione alla Cina, agli USA ed alla Russia, ovvero alle campionesse olimpiche, mondiali ed europee! Il banco di prova è decisamente attendibile!
Si comincia dunque venerdì a casa delle cinesi e servirà subito una prestazione non solo di alto livello tecnico, ma anche di grande attenzione e capacità di adattamento per poter contrastare una squadra che gioca una pallavolo unica, che interpreta una scuola tecnica di antica tradizione e di qualità sopraffina nell’ambito di schemi tattici imprevedibili e sistemi di gioco poco usuali per una squadra europea. La nazionale cinese si presenta a questo appuntamento dopo una sorta di rodaggio svolto al torneo di Montreux, dove però si è presentata con una sorta di squadra B, senza alcune big tra cui, principalmente, il fenomeno Zhu Ting; alcune delle titolari di Montreux (che la Cina ha chiuso al terzo posto, non un grande risultato in assoluto, ma, come detto, ottenuto con un gruppo con molti innesti giovani) le ritroviamo nella lista delle convocate, ma probabilmente partiranno dalla panchina; non ci avventuriamo nell’elenco del roster cinese, ma cerchiamo di mettere a fuoco alcune particolarità del sistema di ricezione/attacco della nazionale cinese. Il gioco di attacco delle scuole tecniche orientali prevede da sempre una grande varietà di combinazioni, molti primi tempi (sia come frequenza sia come differenziazioni tecniche) nonché l’utilizzo frequente di finte e schemi. In particolare due rotazioni della fase sideout vengono sviluppate in maniera diversa rispetto al modo in cui siamo abituati a vederle e ad impostarle, ovvero la P5 e la P1.
Nella P5 spesso l’opposto della nazionale cinese entra nel terzetto di ricezione, ”scaricando” la schiacciatrice S2, che in questa rotazione si trova in prima linea; al di là delle caratteristiche tecniche individuali, che possono rendere consigliabile o meno far ricevere una giocatrice piuttosto di un’altra, questo schema consente alla palleggiatrice di giocare spesso combinazioni strette e veloci tra la centrale di prima linea (che parte dal lato sinistro in questa rotazione) e la schiacciatrice, che non essendo esposta in ricezione può variare liberamente le rincorse ed eseguire al meglio gli schemi proposti.
La P1 è ancora più particolare: qui per evitare il solito problema dei due attaccanti fuori dalla loro abituale posizione (la schiacciatrice S1 che riceve ed attacca da destra anziché da sinistra, come d’abitudine, nonché l’opposta che attacca da zona 4 anziché da zona 2) la squadra cinese opta per una soluzione un po’ complessa, ma estremamente interessante. La giocatrice che si trova in zona 2 (la schiacciatrice S1 appunto) viene spostata in ricezione sul lato sinistro in modo da ricevere ed eventualmente attaccare dal suo lato abituale: per poter fare questo senza incorrere in falli di posizione le giocatrici che si trovano in zona 3 e zona 4 si “schiacciano” a loro volta vicinissime alla linea laterale tutte sul lato sinistro; ma così mancherebbe chi attacca da zona 2 ed allora, appena parte il servizio avversario l’opposta attraversa di scatto tutto il campo nel senso della larghezza e va ad attaccare sul lato destro della rete: certo non è comodissimo, sicuramente interferisce con la ricezione della propria squadra, magari crea problemi di gestione su un eventuale servizio corto sulla linea del suo spostamento, ma… non si può negare che sia ingegnoso…
Peraltro c’è un precedente illustre, in campo maschile, ma probabilmente solo noi “vecchi” addetti ai lavori ce ne ricordiamo: questo schema di P1 lo sviluppava il Messaggero Ravenna di Kiraly, Timmons, Vullo, Gardini ecc. ecc.
Scusate se è poco!!