Il baco che si trasforma in farfalla e vola via in un attimo. Abbiamo aspettato parecchio tempo uno Yuri Romanò nella pallavolo italiana. Uno che non fosse solo giocatore titolato a fare spettacolo in campo, ma avesse anche una storia di lavoro alle sue spalle. Yuri è arrivato un giorno tra gli umani per stupirci, per conquistare anche gli ultimi distratti che si erano persi la sua ingombrante e faticosa gavetta nelle serie che non sono Superlega. È diventato una certezza, una presenza granitica. Qualcosa di cui giornalisticamente e affettivamente nella nazionale italiana non si può fare più a meno. L’ultima estate azzurra lo ha visto dare tutto ciò che aveva, conquistarsi un secondo posto europeo e puntare ora dritto alla sua prima Olimpiade:
“Dobbiamo fare una buona VNL e cercare di ottenere la qualificazione per Parigi. Io sono fiducioso, anche perché la strada fatta sino a questo punto è stata tanta. Capisco che tutti, al di fuori di questo gruppo, possono sentire il sapore della disfatta dopo la mancata qualificazione. Ma è stata un’estate impegnativa, non è un alibi e abbiamo bisogno ancora di affinare qualcosina per ottenere quel pass che tutti vogliamo veramente tanto“.
Alla fine della qualificazione, prima di Piacenza, l’ho vista in modalità recharge.
“Fisicamente ho avuto bisogno di un po’ di recupero. È stata un’estate impegnativa per tutti e adesso che ho aumentato il carico in palestra, ho bisogno di riequilibrare un pochino il fisico. Quindi sono consapevole che, per arrivare dove voglio arrivare, dovrò lavorare ancora un pochino. Poi sì, lo stacco era inevitabile. Ma sono tornato a Piacenza con la testa sgombra dai pensieri legati all’azzurro e preparato per la completa immersione nella vita e nelle dinamiche del club“.
Inizio ok contro Padova e Milano. Non è stato facile per tutte le compagini che si trovavano con il rientro azzurro.
“Beh, nelle prime giornate c’è sempre qualche sorpresa, che poi tanto sorpresa non è. Dico infatti che non ci sono squadre per le quali ci si può permettere di arrivare non al massimo della condizione. Quindi magari ci sono vittorie nette come quelle di Monza contro Civitanova che ad un primo sguardo possono sembrare sorprendenti, ma non lo sono. Anche perché sono tutte squadre attrezzatissime. Io non divido il torneo tra favorite e il resto“.
Lo dice perché Piacenza sembra essere additata come quella che deve fare la parte?
“Siamo consapevoli di aver allestito un ottimo organico, ma di dover affrontare un campionato durissimo oltre ad una serie di eventi collaterali in Europa. Quindi sulla carta possiamo apparire come una squadra che deve fare bene, e lo trovo corretto. Però siamo circondati da una serie di formazioni che possono fare tanto e che cercheranno in tutti i modi di metterci in difficoltà. La stagione è lunga, tortuosa e avrà anche degli altri impegni per alcuni di noi. Bisognerà fare i conti alla fine. Adesso è sbagliato anche solo pensarci“.
Lei è sbocciato nell’ultimo anno. Sente ancora quella pressione addosso di dover essere Yuri Romanò o vive serenamente la condizione di responsabilità che tutti le abbiamo attribuito?
“(ride, n.d.r.) La notte dormo serenamente, sì! Scherzo, ho fatto il mio percorso e la mia strada e per quanto senta alle volte il peso, o meglio la responsabilità del mio ruolo, che poi è sostanzialmente ciò che vive qualsiasi opposto, faccio il mio e cerco sempre di dare il massimo. Convivo serenamente col fatto che alle volte si può ancora non risultare perfetti, e cerco sempre di aggiustare il tiro per fare sì che le imperfezioni si vedano un po’ meno ogni volta“.
Per lei il prossimo sarà un anno particolare. Con la sua compagna Marta avete annunciato che avrete una bambina.
“Siamo contentissimi e, dopo tutta l’estate trascorsa fuori casa, stiamo iniziando a goderci assieme il momento. Sono uno di quei futuri papà felici di avere una femmina. Scherzi a parte, la aspettavo tanto e non vedo l’ora che arrivi il momento in cui io e Marta saremo genitori“.
Sarà un anno impegnativo. La spaventa dover vivere così tante cose nel 2024?
“No, assolutamente. Sono circostanze della vita e affronterò ogni cosa per tempo e con il giusto impegno e sacrificio“.
di Roberto Zucca